Testata

Chertanovo




La mappa di Mosca con la posizione di Chertanovo [ 1 ].



La mappa dei quartieri di Mosca che contano il maggiore numero di crimini ( 2014 ), da RBTH [ 2 ].


Moscow's 10 most criminally-active districts

Rating of Moscow's most criminally-active districts based on official statistics from the Ministry of Internal Affairs and real estate specialists.

By Vladimir Stakheev


Chertanovo has the dubious honor of being the leader of this group. Every day, up to 20 serious crimes are registered here. Frequent flares in interethnic tension, petty theft, and robberies arise here. Experts point to the district's situation infrastructure problems and presence of industrial zones as a reason [ ... ].

RBTH


1

Un amico mi ha contattato, qualche giorno fa : egli sta scrivendo un romanzo su hacker basati nella Terza Roma e, sapendo della mia frequentazione della sovietosfera, mi ha chiesto qualche info sulla capitale della Federazione Russa.

Immediatamente, il pensiero è andato al quartiere periferico di Chertanovo ( nell'estrema periferia della Vecchia Mosca ) dove ho soggiornato nel 1994, presso un'amica : la tipica periferia fatta di scatoloni omologati e costruiti con pannelli pre-fabbricati, detti chruščëvka [ 3 ] siccome il piano immobiliare venne deciso da Nikita Sergeevič Chruščëv [ 4 ] ...
da allora, il quartiere ne ha fatta di strada : nel 2014 è diventato il quartiere più criminale della città ( incluso il rapimento di animali domestici ) secondo Russia beyond the headlines ( RBTH ).   

2

Ricordo l'asfalto sbriciolato che sfumava in ghiaia e poi nella terra, il “pavimento” del piazzale attorno la stazione della metropolitana;

lo spiazzo, tutti i giorni ma specialmente la domenica, veniva animato da alcuni cenciosi venditori ambulanti, tipicamente uomini caucasici e babushke ( nonne ) russe che sistemavano la piccola mercanzia su semplici casse della frutta : verdure sotto aneto ( immancabili i cetriolini croccanti ), tranci di carne, qualche banana ( le banane erano molto richieste, finivano in fretta, per la classe popolare russa la frutta esotica era il simbolo di uno status symbol elitario e finalmente alla portata di tutti ), oggetti d'uso quotidiano alla rinfusa, di prima e seconda mano, magari qualcosa di rubato.
Sullo sfondo, immane e monumentale come una presenza metafisica, crudo fino all'iper-realismo, era il distopico palazzone grigio chiaro dove avevo assettato la mia temporanea dimora nella Terza Roma, in un tipico appartamento progettato nell'Era di Chruščёv : ingressino, cucinotto, un piccolo bagno e un ambiente grande ( circa 6 x 4 m, a memoria ) che faceva da soggiorno e camera da letto, il divano che prontamente diventava un letto a due piazze e viceversa;
la particolare sensiblità dei russi, trasformava queste case meste in ambienti caldi e accoglienti, carta da parati, tappeti e samovar a bollire da mattina a sera ...
un suono, il borbottìo di uno dei tanti “miracoli del caldo” che sono tanto apprezzati nelle lande settentrionali del mondo, che mi rimarrà per sempre caro e dolce.
Fuori dalla porta dell'appartamento affittato da Lena, due imbianchini ubriachi, dai nasi e le guance attizzati di un rosso capillare, riverniciavano la base delle pareti di un blu cobalto industriale, e quasi era più lo smalto che finiva sul pavimento ( che non ricordo se rivestito da piastrelle di terza qualità oppure se rimasto a cemento nudo, come nella mia temporanea abitazione a Tashkent, anni più tardi ) di quello che veniva steso sul muro ...
ma quante se ne raccontavano !
Ah ...

le linguacce degli imbianchini.
L'ascensore, poi, era una roba da film dell'orrore americano di serie B-Z : spesso era rotto ( diceva la mia amica ) ma quando funzionava era lento e ragliava torvi clangori metallici come se il passeggero venisse trangugiato da un mostro di ferro ...
Prenderlo, erano i veri 5 minuti quotidiani di paura, anche se Lena mi assicurava che quando funzionava, era sicuro.

La vita esterna sembrava un unico acquerello tanto bagnato da non distinguere gli elementi della raffigurazione, pennellato in una stretta gamma di colori che andavano dal grigio dell'asfalto al grigio-celeste del cielo, lo scenario di una distruzione già eseguita parecchio tempo addietro, affatto diverso dalle borgate popolari che visitai in seguito – quel quartiere era chiaramente un posto di transito dove dormire e nient'altro, sognando una sistemazione migliore altrove – ma sotto la superficie la rete sotterranea, instancabile, pompava sangue senza interruzione nel corpo della capitale tramortito da un forte collasso, esausto ma non finito ...
Giorno e notte, congiungeva punti lontani svariate decine di chilometri e faceva incontrare gli amici e gli amanti, la metro era la scatola di latta che premurosamente chiudeva la polpa di una comunità umana mai davvero domata, variegata in mille sfumature somatiche dal tipo europeo a quello asiatico.

nota

Esistono vari sistemi di traslitterazione dei vocaboli dalla lingua russa ( che è espressa nella forma dell'alfabeto cirillico ) all'alfabeto latino, un vero pandemonio.
Ad esempio, ricordo “Chruscev” che era la vecchia traslitterazione usata a 0039 [ 5 ] ed ancóra si legge sui quotidiani, nella quale l'omissione della dieresi sulla “e” [ Ё , ё ] che nel russo corrisponde al suono “jo” [ 6 ] fa sbagliare la pronuncia al lettore “italiano” insapido delle norme di base della lingua russa;
talvolta, viene omessa la “c” iniziale : ma in questo caso, sia “ch” che “h” sono traslitterazioni standard [ 7 ] della lettera cirillica [ Х , х ] ( suono “ch” di Bach ) [ 8 ].

[ ... ]  

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3 commenti:

  1. La scoieta' russa none'stata femminilizzata e camomillizzata come la nostra. Quindi in essa e' presenta anche l'estremizzazione del maschile che e'la violenza fisica (le donne sono molto, molto piu' abili in quella psicologica).

    Inoltre anche in Russia o nella e' URSS, la multietnicita' e' un problema in sé.
    Penso ai cretini sinistranti che qui continuano a spacciarla come ricchezza e opportunita'. Bah, siamo andati, ci siamo rincoglioniti proprio.

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    1. La Russia è l'ennesima dimostrazione che non si può annientare l'essere umano nemmeno con il totalitarismo più “scientifico”, intrusivo e capillare.
      Ma anche questo mio commento breve è una semplificazione del rapporto tra Potere e Popolo in cui quest'ultimo è indispensabile complice, in tutti i regimi neri e rossi : il Popolo non è mai solo e semplice “vittima”, la Realtà, come sempre, è ben più complessa.

      La Russia, poi, per la perifericità della sua posizione geografica rispetto ad un'Europa sempre desiderata ( ma i giovani russi oggi rappeggiano e scimmiottano gli afroamericani dei “gioiosi” e multi-etnici ghetti USA o SUA ) ha sviluppato una propria specifica cultura che non è semplificabile in altro ... ma la globalizzazione sta erodendo anche lo spirito della Madre Russia, come dicevo tra parentesi.

      ===

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    2. Inoltre anche in Russia o nella e' URSS, la multietnicita' e' un problema in sé.

      Elementi etnici dissimili possono fondersi solo ad elevate pressioni e temperature, generate da – ad esempio – un sistema totalitario come quello sovietico;
      fin quando il Politburo riusciva a mantenere pressione e temperatura elevate, il Sistema viveva ... si trattava solo di dissanguamento dell'essere umano ?
      O esisteva una concreta e viva cultura di massa ?

      In una società libera la maggioranza dei partecipanti alla fine sceglie il proprio simile anzitutto per pigro narcisismo ...
      ma senza uno Stato forte – e quello “italiano” NON LO E' – vincono le forze centrifughe.

      Di conseguenza, secondo me, l'Occidente potrebbe diventare qualcosa di simile a un [ Evil Empire ].

      ===

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