Testata

Nadja




Copertina del dvd.



Elina Löwensohn in una scena del film.


[ ... ]

1

Perché le storie di vampiri attraggono, e continuano ad attirare pubblico verso vari formati mediatici ?

Tutto sommato, si tratta di un sotto-genere classico già noto e un po' scontato, così com'è confezionato nei prodotti mainstream.
Riflettevo su altro argomento [ 1 ] che, fondamentalmente, il cannibalismo è una espressione della forza vitale : siamo tutti cannibali gli uni degli altri, in una certa misura, più o meno consapevole.
E il vampirismo è una prassi cannibale, perché consta dell'alimentarsi suggendo linfa vitale al soggetto vittima finanche alla sua morte ( che poi è trasformazione ).
L'attrazione morbosa che ( talvolta ) proviamo per gli altri, desiderando di essere talvolta vittime, talvolta carnefici, salda il legame con questo particolare sotto-genere dell'Orrore ( horror ) che esprime il lato istintivo, animale, dell'essere umano. 

2

Cercando materiale per il post su Carmilla [ 2 ] ho trovato questa recensione del film nel blog Eidetic Traces di Catherine Borders : “2. Michael Almereyda’s Nadja” [ 3 ].



Existential. Pretentious. Sexy. When I see these three words in a blurb I assume I’ll love the film. And that was certainly the case with Michael Almereyda’s Nadja. “Hal Hartley meets David Lynch” says the Chicago Review. Shot in black and white, almost like a film noir, philosophical riffs are delivered with deadpan irony. Lonely, isolated characters touch each other briefly, and for a moment they seem to really communicate, but then their own alienating drama pulls them back into themselves. Everyone exudes empathy but disregards sympathy. Everyone’s a protagonist. Everyone’s heart is bleeding. Everyone’s consumed.
But for a vampire movie, there is very little blood or human consumption [ ... ].

Catherine Borders


“Nadja” ( 1994 ) [ 4 ] sembra un film introspettivo, psicologico, reso in bianco e nero e atmosfere noir.

E' stato taggato come opera post-moderna [ 5 ] dalla critica.
E' stato co-prodotto da David Lynch ( che appare in un cameo, come impiegato dell'obitorio ) e la protagonista è la rumena Elina Löwensohn [ 6 , 7 ]. 

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