(il nostro destino è la miniera)
E' assodato che molti di noi under40 - o meglio dai 30 ai 40 anni - sono "in transito" e leggo una linea generale d'insoddisfazione nei blog gestiti e scritti dai miei cogenerazionali.
Porgo a mio e vostro beneficio questa foto di minatori russi che si svagano con canzoni e vodka nel tempo libero, da una serie strepitosa in b/n : tutto sommato, a me e a voi c'è andata piuttosto bene, fino ad oggi ! E non serve a nulla lamentarsi nel cyberspazio, se poi non si collegano le lamentele a concrete iniziative sul territorio : la Cosciona ha fondato i "circoli della Libertà", noi potremmo fondare i "circoli u40" sullo stile dell'"anonima alcolisti".
Abbiamo davvero bisogno di un bel bagno di carbone e poche solette : sarei contento di tornare in terra russa, e ancòra di più s'io fossi in vostra compagnia sul vagone blindato "per 8 cavalli o 40 persone".
'Sti pensieri onirici mi sono stati ispirati dal Pampero Especial assieme ad un appello di Enrico Brizzi pubblicato sullo Spettro : proclamazione "seria" dello sciopero nazionale degli under40 o necessità di entrare in empatia con i propri coetanei, magari in funzione del prossimo romanzo come un surrogato per scrittori del metodo Stanislavskij ?
E sì, perchè l'autore bolognese è un under40 che non se la passa affatto male e non ha problemi economici (così mi riferisce chi lo frequenta) però ... però sono passati quasi 14 anni dalla pubblicazione di "Jack Frusciante è uscito dal gruppo" e nonostante di bei romanzi ne abbia scritti altri, viene sempre e solo ricordato dai mainstream per l'opera prima.
Condannato suo malgrado a rimanere un "eterno ragazzo", quindi in un certo senso un bamboccione (é per questo che replico l'appello nel mio blog).
Alex D., il timido studente del "Caimani" - storpiatura dello storico e prestigioso liceo ginnasio classico "Luigi Galvani" di via Castiglione - protagonista del primo fortunato scritto, oggi probabilmente sarebbe un laureato scoglionato e disilluso, un "bravo ragazzo" che campa mesto facendo il centralinista part-time : nessuna sorpresa, lo conoscevamo già come uno che non "stringe" nulla (nemmeno con le donne) ...
Ecco l'accorato appello dello scrittore mio concittadino :
Bamboccioni di tutta Bologna, unitevi !
Anzi, uniamoci !
Non abbiamo nulla da perdere tranne le nostre catene, scese ormai fino a toccare terra.
Chiunque vinca le elezioni dovrà mettercela tutta : è tempo che un governo della Repubblica prenda atto della vera emergenza dei nostri tempi : la "Questione generazionale".
Alle attuali condizioni i nati negli anni Settanta non si affrancheranno mai dal precariato, non tanto lavorativo quanto esistenziale : niente certezze, pochi figli, molte ansie e frustrazioni. I nostri padri – quanti hanno fatto, o non fatto il '68 – sembrano non rendersi conto della condanna che si prepara per l’intera società.
Accumulano contributi per la pensione che noi non avremo, ricordano i bei tempi delle speranze di pace e giustizia, e intanto si blindano sempre più nell’idea che il poco o molto benessere raggiunto va difeso da indefinite forze del caos (Bin Laden, le truffe dei bond argentini, l’abbandono di Galleria Cavour da parte dei negozi storici).
Nelle società sane, il pensiero principale dovrebbe andare al futuro: che senso ha far studiare i propri figli per condannarli a guadagnare mille euro al mese fino a quarant'anni ?
E soprattutto che senso ha un padre pensionato enormemente più ricco dei suoi figli lavoratori ?
A Bologna siamo abituati a non chiedere la carità a nessuno : non vogliamo misure speciali, assistenza o mutuo sociale. Aspiriamo solo alla possibilità concreta di realizzarci nel nostro lavoro, guadagnare quanto basta per poter pianificare un futuro, come è stato per i nostri genitori.
Se quanti ci governeranno non daranno retta a queste pacate richieste, servirà farci sentire con gli strumenti pacifici del dissenso democratico.
Bologna chiama Italia : il primo sciopero generazionale è alle porte. (Enrico Brizzi)
Links
Sciopero generazionale = post nello Spettro
Condannato suo malgrado a rimanere un "eterno ragazzo", quindi in un certo senso un bamboccione (é per questo che replico l'appello nel mio blog).
Alex D., il timido studente del "Caimani" - storpiatura dello storico e prestigioso liceo ginnasio classico "Luigi Galvani" di via Castiglione - protagonista del primo fortunato scritto, oggi probabilmente sarebbe un laureato scoglionato e disilluso, un "bravo ragazzo" che campa mesto facendo il centralinista part-time : nessuna sorpresa, lo conoscevamo già come uno che non "stringe" nulla (nemmeno con le donne) ...
Ecco l'accorato appello dello scrittore mio concittadino :
Bamboccioni di tutta Bologna, unitevi !
Anzi, uniamoci !
Non abbiamo nulla da perdere tranne le nostre catene, scese ormai fino a toccare terra.
Chiunque vinca le elezioni dovrà mettercela tutta : è tempo che un governo della Repubblica prenda atto della vera emergenza dei nostri tempi : la "Questione generazionale".
Alle attuali condizioni i nati negli anni Settanta non si affrancheranno mai dal precariato, non tanto lavorativo quanto esistenziale : niente certezze, pochi figli, molte ansie e frustrazioni. I nostri padri – quanti hanno fatto, o non fatto il '68 – sembrano non rendersi conto della condanna che si prepara per l’intera società.
Accumulano contributi per la pensione che noi non avremo, ricordano i bei tempi delle speranze di pace e giustizia, e intanto si blindano sempre più nell’idea che il poco o molto benessere raggiunto va difeso da indefinite forze del caos (Bin Laden, le truffe dei bond argentini, l’abbandono di Galleria Cavour da parte dei negozi storici).
Nelle società sane, il pensiero principale dovrebbe andare al futuro: che senso ha far studiare i propri figli per condannarli a guadagnare mille euro al mese fino a quarant'anni ?
E soprattutto che senso ha un padre pensionato enormemente più ricco dei suoi figli lavoratori ?
A Bologna siamo abituati a non chiedere la carità a nessuno : non vogliamo misure speciali, assistenza o mutuo sociale. Aspiriamo solo alla possibilità concreta di realizzarci nel nostro lavoro, guadagnare quanto basta per poter pianificare un futuro, come è stato per i nostri genitori.
Se quanti ci governeranno non daranno retta a queste pacate richieste, servirà farci sentire con gli strumenti pacifici del dissenso democratico.
Bologna chiama Italia : il primo sciopero generazionale è alle porte. (Enrico Brizzi)
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Sciopero generazionale = post nello Spettro
Enrico Brizzi = sito ufficiale
Beh, Brizzi ha scoperto l'acqua calda.
RispondiEliminaMi sembra che il buon Mello c'era già arrivato qualche anno prima. E' in Italia il problema dei problemi, anche più del Debito Pubblico. Più che porlo come questione di under o Over- mi sembra una minchiata- sarebbe meglio parlarne in termini generali di Precari- o lavoratori atypici- e in chiave di rappresentanza politica.
Eh già, i numeri ci sarebbero eccome per fare pressione lobbystica sulla politica.
RispondiEliminaL'ho scritto per scherzo sullo Spettro, però penso davvero che i precari (nella più ampia accezione del termine, come ricordato da Maso) dovrebbero realizzare dei "comitati di base", primi germogli della lobby che verrà.
Io - come sai - sono ormai fuori dai giochi, però - finchè ho i piedi in italia - non mi va di rinunciare ad avere qualche rappresentante degno di questo nome.
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Enrico Brizzi un po' fa il gioco suo (sta affrontando il progetto del pellegrinaggio Roma - Gerusalemme) e un po' è giusto che si esponga, in quanto "campione" della generazione 30 - 40.
Ricordo ai più disattenti che Brizzi ha venduto milioni di copie del suo primo libro.
RispondiEliminaImpossibile per i maxmedia non identificarlo come quello di gek frusciante.
C'è gente che viene ricordata per molto meno e spesso x qualcosa di negativo.
BRizzi provoca con lo sciopero, ma la modestia dei "precari" non lo ascolterà.
Sarebbe meglio che chi non ha bisogno di 500 euro al mese per farsi prendere x il culo non lavorasse proprio e ti assicuro che ce ne sono tanti, ma la listica del lovoro continua a fare danni.
@ Maso_bury : "Sarebbe meglio che chi non ha bisogno di 500 euro al mese per farsi prendere x il culo non lavorasse proprio" ...
RispondiEliminaD'accordissimo, il Sistema deve implodere, non c'è dubbio che sia/siamo sulla buona strada.
Però bisognerebbe ragionare (e magari iniziare a "fare") qualcosa anche prima che ciò accada.
Troppa gente nel 2008 sta sui binari della "mistica del lavoro" ed altri schemini mentali socio-politici (ameni) che portano acqua ai soliti mulini, concordo.
2) rispondimi qui, se ti va : allora usi Second Life solo per la promozione delle tue iniziative editoriali, e non per cazzeggi sociali ?
(non c'è niente di male, beninteso).