Terrore in Europa Io infiltrato in una cellula del Califfo Parla il giornalista francese di origine araba che si è finto soldato di Allah. E racconta dall’interno chi sono i giovani europei fanatizzati dallo Stato islamico. Come quello che ha sgozzato padre Jacques. |
[ L'Espresso ] |
[ Oussama ] «Afferma che uccideremo dei francesi e che prenderemo le loro donne come schiave». Said gli domanda se secondo lui sia giusto avere degli schiavi. Oussama risponde che è un loro diritto, «e aggiunge che grazie a noi, diventeranno musulmane e accederanno al paradiso». Il rapporto col sesso femminile è un tema che ha incrociato in continuazione nel corso dell’inchiesta. «Sono rimasti bloccati a quello stadio là, quando sei adolescente e hai voglia di avere tutte le donne per te». I militanti dello Stato Islamico che ha conosciuto «sono delle persone che hanno visto dei film porno e si sono immaginati al posto dell’attore protagonista. Quando Daesh ha promesso loro che avrebbero avuto tutto ciò nella forma del paradiso prêt-à-porter affollato di vergini, o “houri” è stato un successo immediato». |
[ L'Espresso ] |
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Esistono anche i musulmani moderati ( sebbene non cerchino visibilità né esercitino proclami identitari, cioè di una identità dissimile dagli altri musulmani ), ma il fenomeno dell'immigrazione di massa e quello collegato delle stragi compiute dagli “integrati” ( vedi anche la recente connection tra ISIS e l'immigrazione di massa in progressione attraverso il Mediterraneo : [ 1 , 2 ... ] ) impongono alcune riflessioni di carattere generale su questa iniezione esogena;
consiglio la lettura di questo sunto del reportage di un giornalista francese di origine araba e religione musulmana ( “Les soldats d'Allah”, Canal Plus ), tra i giovani immigrati “integrati” e pronti al martirio stragista, pubblicato su L'Espresso on-line [ 3 ];
c'è, come per i loro coetanei autoctoni, la fascinazione dei brand e delle auto di grossa cilindrata declamata nei social net;
ad un certo punto, inizia il proprio lavoro sporco una stringa alfanumerica virale che è la promessa di 72 vergini ( houri ) [ 4 ] per coloro che rendono la vita combattendo gli infedeli ( ed è un prodotto della cultura musulmana e non europea ) : la stringa diventa il meccanismo motivazionale e l'innesco dell'esplosione di un profondo odio – già sedimentato – verso chi ha dato ospitalità a costoro, noi europei.
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Oramai provo noia e fastidio, più che disgusto, all'ascoltare e leggere la manfrina sugli “stragisti matti” dalle bocche e dalle tastiere dei soggetti ( in carne e avatar ) sì-global [ 5 ];
questi discorsi brevilinei non mi hanno mai convinto, perché finalizzati alla rimozione di qualsiasi specifica implicazione etnica : se in qualche sporadico caso lo stragista aveva problemi di salute mentale certificati ( sulla “depressione”, altresì, si potrebbe aprire una discussione derivata ), il gesto stragista è sempre corroborato da ragioni di odio etnico e religioso verso noi europei, una eccitazione degli anti-corpi all'ambiente esterno a quello della propria comunità – la società vasta che ospita i gruppi etnici esogeni – anti-corpi che erano presenti nel soggetto da tempo, assunti nella diversa educazione familiare e del gruppo di riferimento, vere cellule dormienti della questione tra le civiltà.
Ho conosciuto musulmani/e moderati/e che non mettono il velo o impongono alla moglie di mettere il velo, sono aperti al dialogo senza tignare il prossimo su quanto sarebbe bella e superiore la loro religione, e altro;
RispondiEliminasono una minoranza netta, certo;
la distorsione della Realtà concreta è eseguita dal Sistema, nel momento in cui i mass-media del regime democratico ci vogliono convincere che la stra-grande maggioranza dei musulmani importati è “moderata”, mentre è sufficiente fare due passi in strada per verificare che la proporzione è inversa ...
aggiungere alle balle sulla “integrazione” e al malinteso linguistico ( cioè esercizio neo-linguistico ) della “società multi-etnica”, ed altri.
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Il termine probabilmente più corretto è islamici in parte secolarizzati.
RispondiEliminaIn ogni caso un'amica tedesca della madre di mio figlio, che viveva con un kompagno iracheno "secolarizzato" ebbe modo di capire quanto fosse instabile e poco resiliente la "secolarizzazione" / moderatezza quando iniziarono le prime grosse difficoltà nella relazione.