Sono molti gli aspetti di Golda Meir che la storia ricorda, e che furono a suo tempo egregiamente riassunti da Oriana Fallaci in poche righe nel celebre Intervista con la storia. Soffermarsi sugli aspetti biografici della vita da Primo Ministro in Israele di Golda Meir, carica che assunse dal 17 Marzo 1969 al 3 Giugno 1974 in quanto unico membro del Partito Laburista israeliano ad essere in grado, dopo la scomparsa dell’allora Premier in carica Levi Eshkol, in grado di far convergere le varie anime presenti nell’organizzazione, è esercizio di storiografia. Ciò che invece è forse importante analizzare oggi, in questa Europa emorragica di principi e valori a cui ispirarsi, di riferimenti e non in grado, così appare leggendo molto analisti, di costruire sogni ispirati al desiderio di realizzazione di sé e di libertà, e al contempo minacciata da un terrorismo che invece, in forma violenta, coltiva anch’esso un progetto di unione, la creazione di uno Stato Islamico, ma su basi illiberali, violente eppure attraenti in qualche modo per molti fedeli di origine araba nati nel Vecchio Continente, è il rapporto che ebbe Golda Meir con il femminismo e il modo in cui, pur apparentemente avversandolo, finì per divenirne un’icona quantomeno nella letteratura e cinematografia statunitense. |
Lukas Dvorak |
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Consiglio la lettura di questo pezzo scritto da Lukas Dvorak aka Yuki Abaddon per L'Informale [ 1 ] : “Golda Meir, per un’Europa forte” [ 2 ];
l'autore, in occasione dell'anniversario della nascita ( il 3 maggio scorso ) ha tratto spunti dalla figura storica per una collana di riflessioni sulla condizione della donna, il femminismo, e sullo stato ( e il difficile futuro ) della UE, che condivido.
{ confrontare con l'atto del Consiglio di Stato francese, che ha cancellato il divieto di burkini in spiaggia [ 3 ] emesso da un comune della Costa Azzurra, perché tale restrizione sarebbe “incostituzionale”, mentre, al contrario, la schiavitù delle donne costrette alla prigionia del corpo sarebbe costituzionale ( oltre che politically correct ) }.
Noi siamo passati da Oriana Fallaci alla femminista di plastica Laura Boldrini.
RispondiEliminaE non penso che sia questione solo ideologica.
Le combattenti curde dell'YPG sono di area ideologica simile a quella comunistoide di Laura Boldrini eppure sono in prima linea sui campi di battaglia a combattere la merda nera islamica, facendola letteralmente fuori e non a omaggiarla, velandosi, nelle loro mosche della misoginia.
Il fatto è che la plastica boldriniana si atteggia pure a comunistoide e, come tutte le elite comunistoidi, comuniste, para, orto, diversamente, post comuniste marxiste, nei fatto non lo è. Una della sinistra al caviale che sfrutta i settori intermedi e bassi della piramide sociale ora pure ponendoli in feroce competizione con milionate di xeno, spesso ostili.
Siamo passati dalle donne forti alle pseudo moralizzatrici radical chic, razziste positiviste e con forti pulsioni sadiche, antinazionali.