Ero tornato all'enoteca il Rovescio per fare due chiacchere con Simone e mi sono seduto a quel tavolo.
Forse certe riflessioni mi sono state indotte dalla lettura di un post della Danildc sulle rimpatriate con i compagni delle scuole elementari e medie, e da un test sull'età interiore poco più indietro. La Danildc è l'ultima dieffina - ma lei pratica - che non m'ha bannato dal suo blog.
Come vent'anni fa, sul tavolo vino rosso e Manifesto, e guardavo la vita di strada oltre la porta-a-vetri.
Ci si stupisce a pensare quanto tempo è passato, e qualche volta mi stupisco perchè niente è davvero cambiato : il Bufalo teenager era seduto nella stessa sedia e quello stesso tavolo, ed aveva nella pelle la stessa adrenalina che aveva il Bufalo 37enne in quegli attimi, la stessa eccitazione di scoprire il nuovo.
Che fossero i film del cineclub Lumière (oggi “Europa cinema”) le specialità greche del locale, gli articoli infedeli alla linea (italiana) del giornale odiato dai diossini e forse - se i miei genitori erano fuori casa - una puttana slava da rimorchiare lungo la via del ritorno.
Le abitudini sono invariatamente rimaste le stesse : vado meno al cineclub, tutto qua.
(nel frattempo è stato spostato alla manifattura delle arti).
“il manifesto” lo compro saltuariamente ed è praticamente l'unico quotidiano cartaceo per il quale spendo soldi (più il periodico “Piazza grande”) : offre analisi mai scontate nè sfacciatamente ruffiane, è l'unico che rende piena dignità al lavoro dei fotografi impaginando le foto in b/n con dimensioni opportune ed attribuzione didascalica all'autore.
E' l'unico giornale italiano in cui potete trovare questo titolo in terza pagina :
IL PC DEL BENGALA CONTRO I SUOI CONTADINI
Ovvero la storia triste di un agglomerato di villaggi che viveva benissimo di agricoltura, ma è stato costretto dal governo regionale comunista (bandierine con la falce-e-martello perennemente esposte sulla via principale) ad accettare l'industrializzazione chimica degli interessi della famiglia indonesiana Suharto.
Sono pezzi che mi pungono la pelle come aghi, e mi ricordano l'abitudine dell'uomo al soppruso sui suoi simili : se i villaggi erano autosufficienti nei loro bisogni, non potevano costruire il moloch da un'altra parte ?
E preso da questi pensieri ho iniziato a bere dell'ottimo negroamaro aspettando gli amici e continuando con quelli la giostra dei pensieri e della cosa rossa ...
il vino, e nient'altro.
Comunista ?
Gli stessi redattori - lucidi e schietti come sempre - si chiedono a pag. 2 del 12 dicembre se abbia ancòra un senso la testatina “quotidiano comunista”, se vi sia qualche coniugazione possibile con i tempi della de-industrializzazione e un'ipotetica azione collettiva.
Comunista è quel pazzo che si scaglia a mani nude contro i palazzi in cemento armato del Potere, e grida a squarciagola.
Lui ha tutto da perdere, e forse l'ha già perso : io, dei comunisti veri ne ho visti - letti - ascoltati pochissimi in italia, durante i miei 37 anni di vita.
Ora molti rimpiangono quel folle puro di cuore che manca a questo paese costruito sulle menzogne, ma è troppo tardi e il tempo perso non si può più recuperare.
Game over ... dov'è adesso il folle ?
Links
il manifesto = sito del quotidiano
Vecchia dentro = post di Danildc in Storie di un'anima inquieta
Forse certe riflessioni mi sono state indotte dalla lettura di un post della Danildc sulle rimpatriate con i compagni delle scuole elementari e medie, e da un test sull'età interiore poco più indietro. La Danildc è l'ultima dieffina - ma lei pratica - che non m'ha bannato dal suo blog.
Come vent'anni fa, sul tavolo vino rosso e Manifesto, e guardavo la vita di strada oltre la porta-a-vetri.
Ci si stupisce a pensare quanto tempo è passato, e qualche volta mi stupisco perchè niente è davvero cambiato : il Bufalo teenager era seduto nella stessa sedia e quello stesso tavolo, ed aveva nella pelle la stessa adrenalina che aveva il Bufalo 37enne in quegli attimi, la stessa eccitazione di scoprire il nuovo.
Che fossero i film del cineclub Lumière (oggi “Europa cinema”) le specialità greche del locale, gli articoli infedeli alla linea (italiana) del giornale odiato dai diossini e forse - se i miei genitori erano fuori casa - una puttana slava da rimorchiare lungo la via del ritorno.
Le abitudini sono invariatamente rimaste le stesse : vado meno al cineclub, tutto qua.
(nel frattempo è stato spostato alla manifattura delle arti).
“il manifesto” lo compro saltuariamente ed è praticamente l'unico quotidiano cartaceo per il quale spendo soldi (più il periodico “Piazza grande”) : offre analisi mai scontate nè sfacciatamente ruffiane, è l'unico che rende piena dignità al lavoro dei fotografi impaginando le foto in b/n con dimensioni opportune ed attribuzione didascalica all'autore.
E' l'unico giornale italiano in cui potete trovare questo titolo in terza pagina :
IL PC DEL BENGALA CONTRO I SUOI CONTADINI
Ovvero la storia triste di un agglomerato di villaggi che viveva benissimo di agricoltura, ma è stato costretto dal governo regionale comunista (bandierine con la falce-e-martello perennemente esposte sulla via principale) ad accettare l'industrializzazione chimica degli interessi della famiglia indonesiana Suharto.
Sono pezzi che mi pungono la pelle come aghi, e mi ricordano l'abitudine dell'uomo al soppruso sui suoi simili : se i villaggi erano autosufficienti nei loro bisogni, non potevano costruire il moloch da un'altra parte ?
E preso da questi pensieri ho iniziato a bere dell'ottimo negroamaro aspettando gli amici e continuando con quelli la giostra dei pensieri e della cosa rossa ...
il vino, e nient'altro.
Comunista ?
Gli stessi redattori - lucidi e schietti come sempre - si chiedono a pag. 2 del 12 dicembre se abbia ancòra un senso la testatina “quotidiano comunista”, se vi sia qualche coniugazione possibile con i tempi della de-industrializzazione e un'ipotetica azione collettiva.
Comunista è quel pazzo che si scaglia a mani nude contro i palazzi in cemento armato del Potere, e grida a squarciagola.
Lui ha tutto da perdere, e forse l'ha già perso : io, dei comunisti veri ne ho visti - letti - ascoltati pochissimi in italia, durante i miei 37 anni di vita.
Ora molti rimpiangono quel folle puro di cuore che manca a questo paese costruito sulle menzogne, ma è troppo tardi e il tempo perso non si può più recuperare.
Game over ... dov'è adesso il folle ?
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Vecchia dentro = post di Danildc in Storie di un'anima inquieta
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