Notizie, e Commento
di Marco Poli
A Ferragosto, il TG1 ha trasmesso un reportage fatto da due servizi da due minuti dal territorio conteso al confine tra la Piccola Russia detta ''Ucraina'' e la Federazione Russa, realizzato dall'inviata Stefania Battistini con l'operatore Simone Traini [0][1].
I due ''professionisti dell'informazione'' erano inseriti in un gruppo di soldati kievani a bordo di un'autoblindo, dei quali ripetevano le informazioni tradotte da un interprete.
La Battistini era a dir poco raggiante, il suo entusiasmo – del tutto consonante con quello dei soldati kievani – era ben percepibile dagli spettatori a casa : il mezzo gommato e blindato ha superato il confine tra l'Oblast' di Sumi ( Сумская область ) e l'Oblast' di Kursk ( Курская область ), ed è così entrato nel territorio russo attualmente occupato dai soldati kievani fino alla cittadina di Sudzha ( Суджа )[2].
Un effluvio di smargiassate – davanti a un cartello stradale di Belgorod, l’autista dice “La prossima volta vi porteremo lì” – e slogan, l’intervista surreale a due ragazzini russi in un borgo occupato dai kievani – “Come si comportano i soldati ucraini ?”, “Molto gentili” l’ovvia risposta smentita dalle escoriazioni sulla testa di un vecchio – previa accusa ai soldati russi di averli lasciati lì ( ?? ), prigionieri russi scherniti e costretti a reggere la bandiera ucraina, gli intermezzi di tre gattini nella quiete del campo militare – messaggio “spot”, suggerisce che dove ci sono gli ucraini c’è la pace – e altro.
Evidenzio un paio di slogan, alla fine dei servizi :
● “La vedi la differenza tra noi e i russi ? Qui le case delle persone non sono distrutte”, dice l’autista … semplicemente sono intatte perché lì non s’era combattuto ( la penetrazione in territorio russo aveva colto di sorpresa i militari di stanza ), mentre nel Donbass i kievani hanno sistematicamente usato i condomìni come postazioni di tiro e i civili come scudi umani;
● “Voglio dire al mondo : non abbiate paura della Russia, se siamo riusciti a fare questo, allora tutti lo possono fare”, dice il pilota di droni … un invito esplicito ad aggredire la Federazione Russa su altri possibili fronti ( Polonia e Paesi Baltici ), cioè all’escalazione fino al conflitto mondiale, forse nucleare.
Un concentrato di propaganda di parte declamata da pazzi clinici e coadiuvata dai “professionisti” italiani, tra i più notevoli di un flusso quotidiano che dura da più di due anni e che dovrebbe diventare un caso da studiare.
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Il 16 agosto, l'ambasciatrice italiana a Mosca ( dott.ssa Cecilia Piccioni ) è stata convocata per un colloquio sull'argomento [3].
Il 17 agosto, il Servizio federale per la sicurezza della Federazione Russa meglio conosciuto come FSB ( ФСБ, sigla di Федеральная служба безопасности ) ha aperto un fascicolo penale a carico dei due professionisti dell'informazione, e iniziato un'indagine :
trad.
L'FSB apre un procedimento penale per attraversamento illegale della frontiera a Sudzha da parte di giornalisti italiani
Queste accuse comportano una multa salata o la reclusione fino a quattro anni
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Come detto, la ''professionista'' si è appellata alle ''regole internazionali'' cioè ha agito il solito approccio globalista.
Fuori dalle favole, nella Realtà Concreta, per entrare nel territorio della Federazione Russa – come l'oblast' di Kursk, che tutt'ora è interamente e de jure parte della federazione, e nei giorni scorsi gli stessi kievani hanno dichiarato di non volere annettere i pezzulli di terreno occupati temporaneamente [5] – occorre un visto lavorativo oppure turistico. Lo sanno anche i bambini, è così dai tempi dell'Unione Sovietica.
Non solo.
Come ho riportato giorni fa [6], il Cremlino ha istituito il regime anti-terrorismo nelle oblast' di Kursk, Belgorod ( Белгородская область ) e Brjansk ( Брянская область ), per cui le regole di ingresso sul territorio sono ancora più rigide.
I ''professionisti dell'informazione'' Battistini e Traini se ne sono fottuti della Legge della Federazione Russa, e vuoi per ambizioni di carriera, vuoi perché davvero credono alle panzane di Kiev che loro stessi hanno ripetuto mille volte in video, hanno scientemente calpestato le regole. Essere iscritti all'albo dei giornalisti non conferisce i poteri di Superman, uno mica può fare quel cazzo che gli pare ... ma, forse, sono convinti pure di questo.
Appena saputo dell'apertura del fascicolo d'indagine, gli ''eroici'' ''professionisti dell'informazione'' filo-kievani sono scappati a gambe levate, e pare siano tornati in Italia [7].
Adesso rischiano fino a 4 anni di galera, e l'FSB, come tutti i migliori servizi di intelligence, ha i suoi metodi pratici per tradurre i rei davanti alla corte federale più appropriata per giudicare il reato imputato.
Sarà bello.
♥
3
In generale, bisognerebbe stracciare il velo dell'ipocrisia che permea i giornalisti embeddati ( dall'inglese ''embedded'' ) negli eserciti in conflitto : è ovvio che essi non hanno alcuna libertà di movimento, e che vengono usati come strumenti per la propaganda di parte all'interno della guerra mediatica ch'è pure importante per manipolare le masse di pecore intubate al televisore.
Pertanto : il ''giornalista embeddato'' ha senso, oppure è un ossimoro in sé ?
Sarebbe giusto ascoltare entrambe le versioni delle parti in conflitto, ma per questo non c'è bisogno di mandare alcuni inviati chissà dove e spendere così parecchi soldi dei cittadini italiani. Basterebbe affidarsi alla traduzione da remoto dei reportage dei blogger militari dell'una e dell'altra parte.
Perlomeno, bisognerebbe dichiarare esplicitamente le condizioni imposte al lavoro degli operatori dell'informazione dalle autorità locali. Chi ha agito in senso contrario alla direzione presa da Kiev è morto in prigione senza adeguate cure mediche [8], mentre decine di blogger, giornalisti, accademici sono stati assassinati dal regime nazista [9].
Ma è accaduto qualcosa di peggio : nel corso dei due anni e mezzo dell'Operazione speciale i due soggetti in questione hanno ripetutamente mostrato di essere emotivamente compartecipi alle ragioni della giunta kievana presieduta da Vladimir Zelenskij ( Владимир Александрович Зеленский ), e la Battistini si è mostrata spesso compiaciuta dell'essere organica alla retorica e alle vicende di quella parte anziché esplorare la Realtà Concreta a 360°, che dovrebbe essere il nocciolo del mestiere del giornalista.
Per Carità, è umano empatizzare – persino con i propri rapitori, si pensi alla Sindrome di Stoccolma – e sappiamo che l'obiettività assoluta non esiste, tuttavia in questo caso il soggetto sta palesemente su un lato della barricata.
Alcuni esempi :
● si guardino le sue bacheche social : sia su Facebook [10] che su X [11], usa come copertina un murale di Banksy che mostra due combattenti di arti marziali, un bambino judoka che butta a terra Vladimir Putin [12], e pubblica esclusivamente contenuti filo-kievani;
● ha scritto un libro di memorie dal titolo “Una guerra ingiusta. Racconti e immagini dall'Ucraina sotto le bombe” e dalla copertina interamente gialloblù [13];
● come riconoscimento dell'attività svolta nella Piccola Russia detta ''Ucraina'', dal 10 febbraio 2022 in qualità di ''inviata speciale'', ha ricevuto l’onorificenza dell’Ordine della Principessa Olga direttamente dalla Presidenza, cioè dal burattino di Kiev [14]...
Peggio ancora, l'azione deprecabile dell'intera azienda radiotelevisiva dello Stato italiano, la RAI, è stata volta alla santificazione degli ukro-nazi e alla demonizzazione di Vladimir Putin ( Владимир Владимирович Путин ) e della Russia come fossero il Male Assoluto, ed i russi sono stati dipinti sovente come i novelli Orchi.
Ma più si procede nel pantano della menzogna, più sono convinto che arriverà la Giustizia.
E ...
sarà bello.
♥
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