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La situazione militare in Siria nel dicembre 2017, da Wikipedia.

Siria, Putin vuole stravincere. E prepara un piano di pace

Dopo la missione impossibile con cui ha messo fine alla guerra, colloqui con Iran e Turchia per decidere il futuro

Ricordate? Era il settembre 2015 e la guerra siriana sembrava senza vie d'uscita. Così quando - il 30 di quel mese - Vladimir Putin annunciò di voler scendere in campo bombardando l'Isis e gli altri gruppi jihadisti, molti scommisero su un'imminente guerra mondiale.
Una previsione fattasi ancor più verosimile due mesi dopo, quando la Turchia di Erdogan abbatté un aereo russo. Invece Vladimir Putin ha fatto il miracolo. In poco più di due anni ha realizzato un'autentica missione impossibile mettendo fine - grazie alla sconfitta dell'Isis e degli altri gruppi jihadisti - a un conflitto costato oltre 320mila vite. Un'impresa suggellata martedì dell'abbraccio con il presidente siriano Bashar al-Assad arrivato in gran segreto a Sochi per dare il pieno assenso al suo piano negoziale. Un assenso scontato visto che solo l'aiuto di Putin gli ha permesso di sopravvivere a chi voleva fargli fare la stessa fine di Gheddafi e Saddam Hussein. Ma la missione di Putin non è finita. Non pago di aver tenuto in sella Assad vuole ora far siglare un ambizioso piano di pace ai protagonisti diretti e indiretti del conflitto diventando così il vero ago della bilancia degli equilibri meridionale. Non a caso ieri a Sochi sul Mar Nero ha guidato i colloqui tra il presidente iraniano Hassan Rouhani - principale alleato militare di Bashar Assad - e il suo omologo Recep Tayyp Erdogan, grande protettore di una rivolta anti Assad nata e cresciuta nei santuari disseminati oltre la frontiera turca. Ma non solo. Mentre Rohuani ed Erdogan concordavano con Putin un piano per garantire la permanenza al potere di Bashar Assad e lo svolgimento di nuove elezioni a Riad, il re saudita Salman e suo figlio Mohammed Bin Salman mettevano in atto un altro capitolo del piano proposto da Mosca.

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il Giornale, 23 novembre 2017


Siria, Putin: da Mosca contributo decisivo per sconfitta terrorismo

Mosca ha dato un contributo importante alla sconfitta dei jihadisti siriani, che hanno cercato di trasformare la Siria “in un punto d’appoggio per l’aggressione globale, anche contro la Russia”: lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin.

Oltre 48 mila militari russi hanno preso parte all'operazione antiterrorismo in Siria dal settembre 2015: lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin.

"Più di 48 mila tra ufficiali e soldati — ha detto durante una cerimonia di assegnazione di onorificenze ai militari russi che sono tornati dalla Siria — hanno preso parte all'operazione in Siria negli ultimi due anni: sono rappresentanti di quasi tutte le specialità militari: piloti e marinai, forze speciali e polizia militare, genieri, esploratori, addetti alla comunicazione, specialisti medici e della logistica, ufficiali di comando e consiglieri militari".

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Sputnik, 28 dicembre 2017


1

Il Califfato è quasi del tutto sparito dal territorio siriano, ed è accaduto per “caso”.

Anzi ...
per “magia”.
Anzi ...
forse il Califfato impalcato dalla CIA, co-finanziato dagli emiri arabi, e in affari con la Turchia è stato solo un “brutto sogno” nel limbo onirico in cui sono tenute in ammollo le genti occidentali, che da decenni ragionano per Immaginario indotto dall'industria mass-mediatica e non per Raziocinio scolastico, già pronte per essere incluse 24/7 nella realtà virtuale [ 1 ].

Chi ha vinto la Guerra in Siria, e asportato dalla terra siriana il tumore detto “ISIS” ?

350 M $


Qui crolla tutto

Mosca agli Stati Uniti: "In Ucraina sarà un bagno di sangue". Trump fornisce armi all'Ucraina, Putin minaccia

I rapporti fra Usa e Russia si incrinano ancora di più, dopo l’approvazione, confermata ieri dal governo di Washington, della vendita di armi, per 350 milioni di dollari, al governo ucraino, che da tre anni fronteggia la secessione delle repubbliche filorusse di Donetsk e Lugansk, nella regione carbonifera del Donbass. È stata la portavoce del Dipartimento di Stato, Heather Nauert, ad annunciare: «Gli Stati Uniti hanno deciso di fornire all’Ucraina migliori capacità difensive come parte del nostro sforzo per aiutarla a proteggere la propria integrità territoriale e scoraggiare aggressioni». La decisione dell’amministrazione Trump ha incassato l’appoggio di uno dei senatori più ostili alla Russia, John McCain, secondo cui «Trump invia un segnale forte sul fatto che gli Stati Uniti sono a fianco dei loro alleati».

Opposta la reazione di Mosca, che fin dal 2014 sostiene i secessionisti del Donbass dopo aver annesso la Crimea. Dal Cremlino, il viceministro degli Esteri Sergei Rybakov, avverte: «Gli Usa hanno oltrepassato la linea del coinvolgimento nel conflitto». E il suo parigrado Grigorij Karasin vede rischi per il già ingessato processo di pace: «La decisione degli Usa indebolisce il lavoro per l’attuazione degli accordi di Minsk del 2015 perché sostiene il “partito della guerra” a Kiev, le forze politiche favorevoli all’uso della forza per la soluzione della crisi del Donbass». In effetti, finora le truppe separatiste del Donbass hanno tenuto testa all’esercito di Kiev grazie ai loro carri armati T-72.
L’architrave dell’imminente fornitura americana agli ucraini è proprio una certa aliquota di moderni missili anticarro che possono alterare la bilancia in favore di Kiev. Si tratta di 210 missili FGM-148 Javelin, ordigni lunghi poco più di un metro e lanciabili da un tubo spalleggiabile tipo bazooka. Il Javelin si dirige da solo sul carro armato nemico rilevandone la traccia infrarossa, dal calore del motore o delle armi, e ha nel muso una doppia testata perforante a carica cava che neutralizza in due tempi una tipica difesa dei carri T-72, ossia piastrelle esplosive montate come tegole sopra la corazza d’acciaio. Si capisce come l’arrivo dei Javelin preoccupi i russi, tantopiù che possono essere utilizzati eventualmente anche contro elicotteri a bassa quota. Il tutto mentre la tregua in Donbass viene rotta da scontri d’artiglieria, specie il cannoneggiamento della città di Luganskoye da parte delle truppe di Kiev.

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Libero, 24 dicembre 2017


1

Negli ultimi giorni ho frequentato poco i mass-media mainstream, e quindi non sono a conoscenza di quanto risalto sia stato dato a questa notizia abbastanza pesante, che avrebbe potuto guastare l'ipocrita e plastico clima natalizio per il Popolo.
La solita ambiguità retorica tra difesa e attacco cioè tra deterrenza ed escalation, di certo gli Usa alzano la tensione in un'area europea non solo di tradizionale influenza moscovita, ma un'area storicamente russa – il Donbass [ 1 ] che divenne ucraino solo con il disegno socialista sovietico [ 2 ] – attraverso una fornitura di armi il cui prezzo non è pagabile da uno Stato in bancarotta come quello di Kiev.
Ci eravamo sbagliati sul conto di Donald Trump e sulla sua apertura dialettica a Mosca.
A novembre, il Consiglio di Sicurezza nazionale aveva raccomandato al presidente Usa di destinare all'Ucraina 47 milioni di dollari per l'acquisto di armi americane [ 3 ] : la fornitura di armamenti sarà pari a 350 milioni di dollari e sembra finalizzata ad aizzare la situazione nelle repubbliche secessioniste di Donetsk e Luhansk.

Apprendiamo anche che il senatore John McCain [ 4 ] nonostante un tumore al cervello [ 5 ] sia ancóra vivo e stia continuando ad influenzare negativamente la Casa Bianca.

Qualcosa è andato storto ?




Comparazione fotografica delle differenti mode maschili, in due decenni diversi.


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Tralasciando il senso del ridicolo che può differire a seconda dell'osservatore, mi chiedo quanto possa essere scomodo e utile a nulla – se non al mettersi in evidenza, a qualunque costo e a discapito della funzionalità – l'abito della foto di destra.

{ prendiamolo come una bozza da perfezionare }.

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Norbert Feher come Anton Chigurh




Anton Chigurh raffigurato da Ernesto Perlingeiro in grafica 3D, come una figurina del tipo “big head”.


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E' dall'inizio della diffusione mediatica della vicenda del “killer di Budrio”, e della scia di sangue fatale dal primo episodio alla Riccardina di Budrio – l'omicidio del barista Davide Fabbri – che vedo la forte similitudine tra due personaggi protagonisti disumani – capaci di un'alta sopportazione del dolore, incapaci di empatia con gli altri esseri umani, freddi nell'esecuzione degli omicidi ed inarrestabili nel loro percorso, come non fossero figure di questo mondo – il delinquente Norbert Feher nel fatto di cronaca concreta e il reduce Anton Chigurh, l'entità epicentrale del film ( anche se Javier Bardem ha vinto l'Oscar come “migliore attore non protagonista” ).
Il mio pensiero va a quella combinazione di spietatezza esecutiva [ 1 ] e indifferenza sociale [ 2 ] stigmatizzata nel film “Non è un paese per vecchi” ( 2007 ) dei fratelli Coen [ 3 ], tratto dal romanzo omonimo di Cormac McCarthy ( 2005 ) [ 4 ].
La sensazione spiacevole di trovarsi di fronte ad un fenomeno soprannaturale nel caso concreto di cronaca – come negli incubi dei quali conosci perfettamente e razionalmente lo schema ed i ruoli nello svolgimento, ma non puoi fare alcunché per cambiare la direzione del narrato onirico – è stata data dall'accadere di un filare impressionante di errori burocratici e poi operativi eseguiti dallo Stato italiano, incapace dapprima di identificare e poi di catturare l'assassino sul territorio, tanti e tali da dare spazio all'ordito di teorie complottiste.

Ghiaccio


Le ore oscure – 3

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Sento cittadini (artificializzati è pleonastico) che gnolano per freddo e oscurità: stamattina, osservavo i mille cristalli della brina e gli arabeschi nel principio di sottile permafrost, i riccioli impazziti del terreno cretoso congelato. La bellezza dell'inverno, delle ore oscure è evidente e mi fa felice ogni mattina che posso camminare e scendere lungo quel pezzetto di sentiero. Una bellezza così grande che annulla le luminarie pacchiane effetto discoteca pseudo psichedelica. Noi italiani custodi di tanta grande bellezza, proprio non ce la facciamo sulla luce, non so se sono peggio queste orribili luminarie discotecare tamarre o le candele mangiafumo a colori improbabili coi loro puzzoprofumi artificiali.
La bellezza dell'inverno, di milioni di miliardi di cristalli... solo gli occhi spenti e lamentosi non la vogliono vedere o non la vedono, nelle città coll'olezzo di piscio di magrebini molesti e ubriachi sui marciapiedi e la puzza di merde canine punkabbestiche. Posso anche capire ma anche questo degrado è e segno e concausa della grande bruttezza ugualista, della barbarie, dell'abrutimento.
Per questo non posso che appoggiare con decisione la proposta dei pentastellati di chiudere gli esercizi commerciali nei festivi. Negozio - ozio è un altro dipolo osteggiato da questa orribile liquidità ugualista, omogeneizzante, entropica. Un piccolo segno di restaurazione contro questo progresso regressivo, peggiorativo. Un arabesco di brina, dono delle lunghe ore oscure, mi fa felice.

UnUomoInCammino


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Empatizzo con il post dell'amico UUIC, con il suo tedio per un Popolo degradato al mero consumo – che spesso è consumo di robaccia – e per i rituali di massa da adempiere nel mucchio dei bovini comandati.
E con la sua sensibilità per l'inverno, che manca ai cittadini purtroppo abituati ad inverni senza neve.
Ma, come ho scritto nei commenti [ 1 ] : è inutile chiudere i negozi fisici nei giorni festivi : Amazon, eBay, e gli altri siti di e-commerce rimangono aperti, per soddisfare la compulsione consumistica.
E poi : SE i centri commerciali sono diventati “luoghi di aggregazione”, è perché alternative di interazione-? sociale-? materiale, all'iper-mercato e allo stadio di calcio, non ce ne sono.
E' l'interazione diretta e fisica che manca : ad esempio, nei locali pubblici vedete mai differenti gruppi di amici, mai conosciutisi prima, che si mescolano e tessono nuove relazioni e simmetrie ?
Può capitare quando tutti sono breschi quindi disinibiti, ma poco ( o nulla ) coscienti.

{ e figuriamoci se può nascere qualcosa di robusto, da una simile situazione in cui l'intenzione viene espulsa – ma inevitabilmente distorta – dall'abuso alcolico }.

Perché ?


Sono cresciute le personalità, che hanno acquisito nuove dimensioni e sfaccettature ( anche grazie all'informatica sociale ).

Poi c'è il format tribù che viene replicato nelle generazioni e nei luoghi, così è difficile infrangere un muro relazionale che è una quarta parete.
Da cui, l'abitudine a non reagire agli eventi che accadono attorno a noi, spesso nemmeno nell'emergenza palese, siccome il mondo è oramai inteso come uno spettacolo sullo schermo.

Non è russo !




Titolo dell'arresto di Norbert Feher in Spagna, sul sito Quotidiano.net, il 15 dicembre 2017.


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Abbozzo una storia di fantasia, che – come vedrete già leggendo le prime righe – non è del tutto inventata, anzi ricalca la Realtà.


Immaginate che la vicenda si svolga negli Usa.

Santiago Garcia – ho assemblato un nome e un cognome tra i più popolari nella comunità ispanica [ 1 , 2 ] – è un immigrato latino-americano illegale, che campa di espedienti criminali.
Piccoli furti, piccole rapine, furti e rapine più grosse agite assieme a una banda di criminali ispanofoni con i quali ha legato, detenzione illegale di vari tipi di armi ... altro.
Per darsi delle arie e guadagnare rispetto, mette in giro la voce di essere italiano e mafioso, e di chiamarsi Mario Rossi. Con questo nome, diventa noto nell'ambiente criminale tanto quanto in quello investigativo, dove viene indicato come Mario l'italiano.
Viene arrestato, ma per qualche motivo riesce a farla franca e ad uscire di galera.
Una volta fuori, ricomincia a delinquere secondo le sue abitudini ... solo che stavolta, durante la rapina ad un bar, l'esercente reagisce e il messicano lo accoppa.
Scatta la caccia all'uomo su larga scala.
Si riesce a definire l'identità del delinquente : trattasi effettivamente e senza alcun dubbio di tale “Santiago Garcia”, cittadino messicano immigrato illegalmente negli Usa. Ma le autorità e i mass-media continuano a usare l'alias Mario l'italiano.
Il New York Times, il Washington Post, la CNN e gli altri quotidiani e network televisivi d'Oltreoceano titolano :

“Mario l'italiano è l'assassino del barista”
“Mario l'italiano in fuga”
“Mario l'italiano ha ucciso ancora !”

{ eccetera }.

E i media occidentali imitano quelli dello Zio Sam, nonostante che l'identità e la nazionalità del delinquente siano note da settimane.

Come giudichereste la scelta editoriale operata a carta carbone dai mass-media, se non come scorretta ed infamante gli “italiani” d'Oltreoceano e di tutto il mondo ?
Chi di voi si ritiene “italiano” non si sentirebbe offeso in prima persona ?


Doping ?


Doping: Wada assolve 95 su 96 atleti russi

A rivelarlo il New York Times che ha citato un rapporto interno dell'agenzia antidoping mondiale: "Le prove disponibili sono insufficienti"

WASHINGTON - La Wada ha deciso di assolvere 95 dei primi 96 casi di atleti russi coiunvolti nel maxi scandalo del doping di Stato emerso dopo la pubblicazione del rapporto McLaren ed esaminati nell'indagine sul sistematico programma statale russo di doping. A rivelarlo il New York Times che ha citato un rapporto interno dell'agenzia antidoping mondiale: "Le prove disponibili sono insufficienti per affermare che ci sia stata una violazione delle regole antidoping per questi sportivi", scrive Olivier Niggli, direttore generale dell'agenzia. Una decisione destinata a suscitare polemiche, con l'interrogativo se sia prevalsa l'efficacia del sistema russo nel distruggere le prove o l'approccio soft degli investigatori. "Dobbiamo accettare il fatto che l'obiettivo del rapporto McLaren era quello di smascherare un sistema di doping e non le violazioni dei singoli atleti", ha detto il direttore generale della Wada, Olivier Niggli [ ... ].

la Repubblica, 13 settembre 2017


Doping e Pyeongchang 2018: Russia esclusa, atleti neutri con la bandiera olimpica. Mosca pensa al boicottaggio

Il Cio ha deciso per il compromesso: punita la Grande Madre, ritenuta colpevole di doping di Stato, alle prossime Olimpiadi invernali. Tutelati gli sportivi puliti

di Gaia Piccardi

La pena massima, il bando totale dall’Olimpiade di Pyeongchang, al via in Corea del Sud tra 64 giorni, sarebbe stata meno umiliante. Invece un piccolo contingente di Russia ai Giochi (già minacciati dai dispetti tra Kim Jong-un e Donald Trump) potrebbe esserci, però alle condizioni del Comitato olimpico internazionale (Cio): atleti senza bandiera e senza inno nazionale (in caso di medaglia suonerà quello del Cio), con divise neutre che riportino la sigla OAR (Olympic athlete from Russia) sul petto, preventivamente sottoposti ai raggi X di un antidoping terzo — quindi puliti al di sopra di ogni ragionevole sospetto — poiché il laboratorio di Mosca, rivelatosi il regno degli insabbiamenti ai Giochi casalinghi di Sochi 2014 (25 squalifiche postume e 11 medaglie tolte su 33 conquistate), non è ancora stato riammesso alla piena operatività dall’Agenzia antidoping mondiale (Wada). Il Cio non s’inventa nulla: è lo stesso modus operandi adottato dalla Federatletica internazionale (Iaaf) al Mondiale dello scorso agosto [ ... ].

Corriere della Sera, 5 dicembre 2017


1

Storie di precog [ 1 ] la sezione pre-cognitiva della Polizia di Washington nel futuro distopico di “Minority report” [ 2 ] – film di Steven Spielberg tratto dal racconto di Philip K. Dick ?

Beh ...
per quanto ne sappiamo non ci siamo ancóra arrivati, quindi si tratta “solo” delle ennesime porcherie artate dallo Zio Sam per colpire la Russia del “perfido” “zar” V. V. Putin.
Gli organismi internazionali dello sport si sono auto-sconfessati platealmente a settembre, quando l'Agenzia Mondiale Anti-doping ( AMA, l'acronimo inglese è WADA ) [ 3 ] ha dichiarato di non avere prove concrete del fatto ( millantato ) che gli atleti usufruissero del mitologico doping di Stato che, pertanto, rimane un mero documento di letteratura fantascientifica ispirato dall'ex-capo della Rusada [ 4 ] – l'agenzia anti-doping della Federazione Russa – Grigory Rodchenkov [ 5 ].
Eppure le accolite al servizio degli Usa insistono nel paradosso auto-referenziale ( vedi frase evidenziata, nel frammento di articolo del Corriere citato sopra ) : siccome lo hanno fatto loro l'anno scorso ( quelli della IAAF )  che imitarono noi del CIO nel 2016 ( eppure l'agenzia anti-doping millantò un complotto, non avendo prove concrete di quanto sosteneva ! ) lo rifacciamo ancóra per non invalidare il teorema.

Notate qualche similitudine con il metodo di alcuni magistrati “italiani” ?
Io, sì.

Il risultato di questo delirio commissionato dallo Zio Sam, è la nuova esclusione della Russia ( con umiliazione allegata ) e nuovo grosso danno economico al business dello sport russo : gli sponsor che hanno sostenuto e sostengono gli atleti russi non vedranno i propri testimonial ai Giochi olimpici invernali di Pyeongchang 2018, in Corea del Sud [ 6 ].
{ è altresì in pericolo la partecipazione degli atleti russi handicappati alle prossime Paralimpiadi [ 7 ] e l'opera di fantasia “Secondo rapporto McLaren” coinvolge anche il calcio [ 8 ] mettendo così a rischio i mondiali del 2018 da disputarsi in Russia }.
Oltretutto, tali atleti sono sporcati dall'ombra del sospetto ( di essersi dopati ) come tipicamente accade nelle comunità mafiose.

E i “giornalisti” “italiani” convalidano e spargono in ogni dove la diceria dell'untore.
{ la questione, al minimo, è “se sia prevalsa l'efficacia del sistema russo nel distruggere le prove o l'approccio soft degli investigatori” ( dal frammento di articolo de la Repubblica, citato sopra ) ... }.


Suvvia.
Perché mettersi dei problemi di coscienza, quando ogni mese arriva il bonifico dello stipendio ? 

291+ €


Bologna d'azzardo
Un milione al giorno speso in videolottery


I dati: ogni famiglia dilapida 3.500 euro l'anno

di Federico Del Prete

[ ... ] Se qualcuno immaginava Bologna come una città felice, in grado di resistere alla crisi economica e alle pulsioni del gioco, spesso legate all'instabilità economica e alla poca fiducia nel futuro, farebbe meglio a ricredersi. Nel 2016 in Provincia sono stati bruciati 1,7 miliardi di euro, quasi la metà solo nel capoluogo. I dati forniti dal Ministero e dai Monopoli di Stato parlano anche di 569 milioni di euro di vincite sotto le Due Torri e, dunque, di una spesa netta di “solo” 148 milioni. Ma pensare che ogni 7 euro giocati se ne vincano 5 sarebbe ingannevole (e chiunque l'abbia fatto almeno una volta, lo sa bene): di quei 569 milioni, ben pochi tornano nelle tasche dei giocatori, perché la gran parte è rappresentata da crediti e montepremi che vanno reinvestiti in nuove giocate. Metà delle giocate dei bolognesi finiscono nelle videolottery: 358 milioni di euro in 12 mesi, quasi un milione di euro al giorno.

[ ... ]

«Per i consumi è una mazzata: si risparmia su tutto per puntare»

Il professor Maurizio Fiasco, presidente di Alea

[ ... ]

Che tipo di meccanismo scatta?

«E' uno strano fenomeno: c'è la ponderazione del costo del giornale o di un gelato, ma non si fa un analogo ragionamento nel gioco, perché in quel caso scatta un riflesso automatico. E su questo, i produttori stanno facendo una fortuna».

Chi ci rimette?

«L'Italia e i suoi consumi interni. Basta fare un calcolo semplicissimo: l'Istat parla di 750-780 miliardi di consumi privati, nel gioco ne sono finiti quasi 100 nel 2016. Non a caso, si accenna alla ripresa del Paese, ma è trainata quasi interamente dalle esportazioni».

il Resto del Carlino – Bologna, 12 dicembre 2017


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La scimmia entra nel locale aperto solo da pochi minuti, e annusa il “suo” angolo.

Qualcosa non va.
Sbotta.

«Bé !?
Perché le macchine non sono già accese ?»

La “scimmia” è un giocatore di videopoker – così sono detti genericamente i giochi elettronici mangia-soldi da queste parti – incallito, e, se ogni tanto andate al bar sottocasa molto presto per la colazione, avrete sicuramente assistito alla penosa scena.
La spesa media mensile di ogni famiglia zerocinquantunese per il gioco d'azzardo è di 291 € escluso il gioco on-line, quindi la cifra è senz'altro superiore. 

L'India, l'elefante e me




Copertina dell'edizione brossurata Rizzoli che ho acquistato a prezzo scontato, collana 24/7 stranger – prima stampa del 2008.


C'erano una volta cinque ciechi che decisero di capire com'era fatto un elefante. Si fecero portare dunque dall'animale e cominciarono, ciascuno per suo conto, a esplorarlo. Il primo, afferrando la proboscide, disse: «Ah, ho capito, l'elefante è come un serpente!» Il secondo, che invece aveva toccato il corpo dell'animale, disse: «Ma no, è come un muro!» Ma il terzo, impugnando una zanna, protestò: «Sbagliate tutti e due, l'elefante è un palo!». Al che gli ultimi due, uno aggrappato alla coda, l'altro alla zampa della bestia, gridarono: «No, l'elefante è come una corda!» e «L'elefante è una colonna!» E così cominciarono a discutere, e andarono avanti, senza riuscire a mettersi d'accordo sulla natura dell'elefante.
pag. 99


1

Circa 10 anni fa, Giancarlo De Cataldo – magistrato e autore di “Romanzo criminale” [ 1 ] con il quale fece il botto – intraprese un viaggio in India assieme a moglie e figlio.

Questo cartaceo [ 2 ] è il resoconto di quell'esperienza : il contatto con una realtà contrastata, in parte accattona, miserabile, malamente coperta dalla facciata di un turismo di massa concertato da molti autoctoni per spillare quanti più soldi ai turisti occidentali, con l'eccezione di alcune guide e autisti onesti che il gruppetto trova e sceglie lungo la strada.
In parte elitaria, benestante e colta.
Un sub-continente che sviluppò una civiltà rigogliosa ed imperiale, più antica della nostra e apparentata – siamo detti indo-europei [ 3 ] – poi caduta in disgrazia ben prima della dominazione britannica, con il colpo di grazia infertole dal fondamentalista islamico Aurangzeb, l'ultimo “grande” dei Gran Moghul che mise a ferro-e-fuoco il subcontinente per convertire gli infedeli del Deccan, la parte peninsulare.
Una parabola simile a quella italiana presente, progressiva nella Storia degli ultimi secoli. 

Carne y arena




Il poster ufficiale dell'esperienza virtuale.


[ ... ]

1

Questa storia mi prende male : la fondazione dei ricconi [ 1 , 2 ] che promuove un'esperienza virtuale di empatia con i migranti economici che aspirano ad essere macinati dalla Macchina Tritacarne occidentale [ 3 ] secondo volontà e piacimento della stessa élite apolide.

Ma l'autore di “Carne y arena” ( 2017 ) [ 4 ] è il cineasta messicano Alejandro González Iñárritu [ 5 ] – che ha reso magistralmente il crudo e il dolore in film come “Amores perros” e “21 grammi” – con la collaborazione di Alva Noto ed Emmanuel Lubezki.
E questo è il motivo per cui evidenzio l'opera sul mio blog.

L'undicesima arte


Arte

Discipline artistiche

Le dieci principali forme di arte, da cui emanano o a cui si ricollegano tutte le altre - dette arti minori - sono:

● Pittura (inclusi il disegno, l'incisione e la grafica digitale)
● Scultura (inclusi l'oreficeria, l'arte tessile, l'arazzo e l'origami)
● Architettura
● Letteratura
● Musica
● Danza
● Teatro
● Cinema (inclusa la videoarte)
● Fotografia (inclusa la multivisione)
● Fumetto

[ ... ].

Un'ultima suddivisione delle arti, sebbene non le includa tutte, è quella delle "nove arti". Stilata originariamente nel 1923 dal poeta italiano Ricciotto Canudo, fu ampliata con le ultime due voci dal critico francese Claude Beylie nel 1964:

1. Architettura
2. Pittura
3. Scultura
4. Musica
5. Poesia
6. Danza
7. Cinema
8. Radio-televisione
9. Fumetto

Wikipedia, 11 dicembre 2017


Scenari. Michel Reilhac è consulente della Mostra del Cinema di Venezia. Dice: la tecnologia migliorerà rapidamente, i visori non saranno più scatole che danno il mal di mare. La «Vr» convivrà con la pellicola come gli ebook con i libri.

La realtà virtuale è l'ottava arte
Nessun film sarà come prima


di Valerio Cappelli

[ ... ]

Reilhac, la realtà virtuale è alla sua infanzia, un campo in divenire: come evolverà, quali novità tecnologiche dobbiamo aspettarci?

«Si pensa che entro i prossimi otto anni gli occhiali Vr, modellati sul nostro viso e dalle lenti elettromagneticamente scure, faranno parte dei nostri oggetti quotidiani. Saranno come gli occhiali da sole: sempre a portata di mano. I disegnatori della moda, in partnership, realizzeranno le loro collezioni griffate. Oltre a fiction e documentari, si vedranno programmi su salute, sport, scienza, moda, architettura...».

Quali sono gli scogli tecnici da superare?

«Le sfide saranno tre: occorre liberarsi dei cavi e avere la stessa qualità d'immagine; poi la Vr volumetrica (l'aspetto che ha a che fare con il movimento nello spazio circostante); il capitolo centrale è l'interattività, di cui verrà esplorata ogni possibilità, è un'esigenza che sorgerà in modo naturale. Nella Vr la percezione della presenza di corpi estranei fa sì che tu in modo naturale cerchi di prolungare le mani e di toccare gli oggetti virtuali. L'interattività è il futuro della Vr, per i creatori di immagini diventerà essenziale integrarla nelle loro storie. Lo spettatore a mano a mano non potrà farne a meno, diventerà “il format”, la norma».

Il regista John Landis, come presidente della sezione Vr a Venezia, diceva che non esistono regole in questo campo, dobbiamo crearcele.

«Il cinema impiegò una ventina di anni per dare una struttura al suo linguaggio. Ora chiunque nel mondo capisce cosa intendiamo per flashback ed ellissi temporali. Ma spesso dimentichiamo che c'è voluta una generazione. Lo stesso accade con la Vr: non è un linguaggio naturale e stiamo imparando attraverso esperimenti ed errori [ ... ]».

[ ... ]

la Lettura, 10 dicembre 2017


1

Innanzitutto, occorre puntualizzare una sfilza di stupidaggini pubblicate nell'articolo a pag. 16 de La Lettura del lunedì trascorso.
La comparazione tra le relazioni VR – film ed e-book – libri di carta al momento non sta in piedi, è una sciocchezza : attraverso la realtà virtuale l'utente può modificare istintivamente il mondo in cui interagisce – consideriamo la classica e semplice raccolta oppure la distruzione di oggetti – mentre l'e-book è un mero succedaneo, più leggero e portabile, del manufatto cartaceo, di cui riproduce un testo che, al contrario di un oggetto virtuale, non è plasmabile agevolmente dal lettore siccome ogni singola parola è correlata alle altre secondo norme grammaticali rigide la cui alterazione è complicata, norme non mediate da una struttura d'interfaccia come la realizzazione grafica 3D del metatesto che è il prodotto videoludico.
Prodotto videoludico – il videogioco – che, come il film, possiede un proprio sotto-testo che potremmo comparare alla sceneggiatura cinematografica, eppure è già usuale, in parecchi titoli, il finale multiplo cioè una gamma di chiusure dell'interazione che dipendono dalla combinazione delle azioni compiute dal videogiocatore.
Il game designer stabilisce in partenza la varietà delle alterazioni apportabili all'ambiente virtuale e alla storia interattiva, ma l'uso esteso di intelligenza artificiale, fisica degli oggetti e free roaming libererà completamente l'esperienza interattiva dell'utente all'interno di uno scenario pre-configurato nello stadio iniziale ma alterabile successivamente, nel quale egli potrà definire la faccenda più importante : il senso dell'esperienza virtuale, che possiamo intendere come un buon allenamento per la ricerca del proprio e unico senso della vita.

1 M di caschi VR


La realtà virtuale batte un colpo
«Un milione di visori venduti»


Sempre più richiesti dalla scienza, ma i videogame trainano il settore

Tre mesi magici

Per la prima volta la vendita di visori ha raggiunto nel trimestre che si è chiuso in settembre quota un milione. Nella foto, alcuni studenti cinesi partecipano a un corso di realtà virtuale.

Altri usi

Medicina

Alcuni ospedali in America stanno già utilizzando modellini in 3D per preparare meglio delicati interventi chirurgici. I visori della realtà virtuale vengono utilizzati per capire come operare pazienti che non presentanocondizioni standard o che soffrono di malattie molto rare.

Esercito

L'interesse dell'esercito americano per la realtà virtuale è vivo da molto tempo. I visori vengono già utilizzati per addestrare le truppe, immergendo i militari in situazioni di battaglia. Ora il Pentagono sta studiando come sfruttare la nuova ondata di dispositivi più economici.


Luca Bolognini

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A trainare il settore è praticamente solo il comparto videoludico. Il leader del mercato – con una quota vicina al 50% – è Sony: i visori per la Playstation sono arrivati in 490mila case. Alle spalle del colosso giapponese c'è Oculus, società controllata da Facebook, che si è accaparrata una quota del 21%, grazie a una politica di prezzi molto aggressiva. Al terzo posto c'è Htc, con 160.000 dei suoi Vive venduti tra luglio e settembre.
Per ora il mercato è molto concentrato, con i primi tre marchi a detenere l'86% delle vendite. Nel 2018, però, le cose potrebbero cambiare. I prezzi, già a partire da questo fine 2017, si abbasseranno. Merito di una produzione più vasta, con modelli più economici (Oculus lancerà Go, un visore che costerà 199 dollari), ma anche di una crescente concorrenza.
Dal prossimo anno, prevedono gli analisti, lo scenario potrebbe diventare ancora più competitivo grazie all'ingresso nel settore dei grandi produttori di pc, come HP, Lenovo, Acer, Asus e Dell. L'obiettivo delle società che si lanceranno in questo settore sarà soprattutto quello di allargare la base degli utenti, visto che per ora Usa e Giappone da soli rappresentano il 51% del mercato.

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QN, 29 novembre 2017


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E' di qualche giorno fa, la notizia del raggiungimento della quota simbolica e psicologica di 1 milione di caschi per la realtà virtuale venduti nel mondo, in un solo trimestre.

L'articolo di QN di cui ho riportato un estratto qua sopra, riprende i dati esposti da Canalys il 27 novembre : “Media alert: Virtual reality headset shipments top 1 million for the first time” [ 1 ].

Bitcoin e blockchain




Quantità di bitcoin generati lungo l'asse temporale : ogni 4 anni la frequenza di conio viene dimezzata.


Bitcoin

Bitcoin (simbolo: ₿; codice: BTC o XBT) è una moneta elettronica creata nel 2009 da un anonimo inventore, noto con lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto, che sviluppò un'idea da lui stesso presentata su Internet a fine 2008. Per convenzione, il termine Bitcoin, con l'iniziale maiuscola, si riferisce alla tecnologia e alla rete, mentre il minuscolo bitcoin si riferisce alla valuta in sé.

A differenza della maggior parte delle valute tradizionali, Bitcoin non fa uso di un ente centrale né di meccanismi finanziari sofisticati, il valore è determinato dalla leva domanda e offerta: esso utilizza un database distribuito tra i nodi della rete che tengono traccia delle transazioni, ma sfrutta la crittografia per gestire gli aspetti funzionali, come la generazione di nuova moneta e l'attribuzione della proprietà dei bitcoin.

La rete Bitcoin consente il possesso e il trasferimento anonimo delle monete; i dati necessari a utilizzare i propri bitcoin possono essere salvati su uno o più personal computer o dispositivi elettronici quali smartphone, sotto forma di "portafoglio" digitale, o mantenuti presso terze parti che svolgono funzioni simili a una banca. In ogni caso, i bitcoin possono essere trasferiti attraverso Internet verso chiunque disponga di un "indirizzo bitcoin" [ ... ].

Wikipedia, 2 dicembre 2017


Bitcoin, l'ultima guerra della finanza

Le quotazioni sono schizzate del 900% in undici mesi. Sempre più aziende e commercianti li utilizzano per le loro transazioni. Ma l'establishment economico fa quadrato e i banchieri centrali invitano alla prudenza: la vera rivoluzione è nella tecnologia BlockChain.

Filippo Santelli

Per il bitcoin è tempo di salto di qualità. L'aumento del 900% in valore dall'inizio dell'anno, pur con una serie impressionante di precipitose svalutazioni e spericolati recuperi, non poteva passare inosservato. L'alta finanza, e perfino le banche centrali, hanno acceso un faro di attenzione sulla criptovaluta, sempre invitando alla prudenza per il suo palese contenuto speculativo. Intanto aumenta il numero di aziende che cominciano ad effettuare transazioni con i bitcoin, da Microsoft a Expedia. E sono in aumento gli esercizi commerciali che l'accettano. La vera rivoluzione è però nella tecnologia che sta a monte del bitcoin, il blockchain, in grado essa sì di modificare i comportamenti e di influire profondamente sulle istituzioni finanziarie di tutto il mondo.

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Su Google, specchio delle priorità globali, la ricerca “compra Bitcoin” ha superato “compra oro”. Un sondaggio di Blockchain Capital rivela che un Millennial su tre acquisterebbe mille dollari di bitcoin più volentieri dell'equivalente in titoli di Stato [ ... ] Il paragone con l'oro si spreca, da quando qualche settimana fa il prezzo di una moneta digitale ha superato quello di un lingotto.

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Cme, la maggiore borsa di derivati del mondo, lancerà a breve il primo future legato al bitcoin.

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la Repubblica A&F, 27 novembre 2017


1 – Spunto

La sommaria trattazione dell'argomento prosegue nelle pagine 2 e 3 dell'inserto del lunedì che usualmente dedica molti articoli all'economia digitale, con opinioni avverse sulla criptovaluta [ 1 ] più nota e il fondo dedicato ad un caso concreto sul territorio, quello di Rovereto nel Trentino [ 2 ] dove 70 tra esercenti e professionisti accettano già d'essere pagati con i bitcoin e sono attivi bancomat che li cambiano : [ 3 , 4 , 5 ... ].

Dopo avere raggiunto il cambio record di 11.000 $ per 1 bitcoin, il 30-11 ha perso il 20% del valore [ 6 ] con un assestamento rituale nella storia quasi decennale della moneta digitale.
{ ma tenete presente che all'inizio dell'anno 1 bitcoin valeva 1.000 $ }.
I soggetti finanziari hanno già progettato la speculazione sull'andamento della criptovaluta e le autorità hanno dato il via : “Arrivano i futures su bitcoin: via libera dell’authority Usa” [ 7 ].