Testata

C19/N


Notizie

di Marco Poli


Come si suol dire ''mi sono fatto un giro'', poi sono tornato sul fattaccio della chiusura del pub Halloween di Bologna.

E non ho nulla da aggiungere oppure togliere a quanto ho lasciato sulle bacheche di alcuni gruppi di discussione, qualche giorno fa : considerando tempi e modi dell'azione, è ipotizzabile che il 16 gennaio al pub di via Stalingrado [1] sia andata in scena una TRAPPOLA concertata tra la ''testata giornalistica'' e le autorità locali.

I lavoratori del pub che da mesi stanno difendendo il Diritto al Lavoro { come da art. 1 della Costituzione italiana [2] } erano già stati oggetto di una prima provocazione nella serata del 15 gennaio, in occasione dell'evento nazionale #ioapro, con perfetta sinergia tra le divise e la stampa : uno dei lavoratori perse le staffe, e subì la conseguente gogna mediatica dei ''bravi ragazzi'' a libro paga degli editori ''seri e responsabili'' { [3][4] ... }.

L'indomani, la redazione locale de la Repubblica decide di battere il ferro caldo, e invia tale Valerio Lo Muzio nel pub, a fare un sopralluogo per un articolo.
Il ''giornalista'' non riprende l'interno del locale in modo discreto, usando una microcamera nascosta ( come si converrebbe a un professionista ), ma, secondo le sue stesse parole, esegue sfacciatamente alcune riprese con lo smartphone [5] : Lo Muzio non è un parvenu del reportage, anzi, come si evince dal suo profilo LinkedIn [6], ha un curriculum sostanziato da collaborazioni importanti ( La7, la Repubblica ... ), e sulla sua pagina Twitter ostenta la qualifica di ''videoreporter'' [7].

Quindi, come mai ha commesso l'errore grossolano, da novellino, di farsi notare spudoratamente mentre riprendeva filmati ''in incognito'' ?

E' evidente l'intento di essere notato dallo staff e dagli avventori del locale.
Tanto più che, si legge sempre nell'articolo citato [8], tra una sorsata e l'altra il ''bravo ragazzo'' timorato del vairus tira su la mascherina.
Altroché camuffarsi nell'ambiente.

Dopo alcune conversazioni con gli avventori ( ovviamente ha interagito solo con alcuni complottisti spinti, e non altri tipi ) e la menzione intercalata dell'immancabile versione del ''ti porto a fare un giro in terapia intensiva !'' [9], ecco che il provocatore nei panni del cronista ci racconta l'arrivo della Polizia dopo le 22 ... a questo punto la narrazione si fa confusa ... c'è un diverbio tra lo staff e le divise ... quindi arriva la reazione rabbiosa del titolare dell'attività, Mattia Florulli [10], nei confronti del provocatore oramai svelato nel suo vero ruolo.
Reazione perfettamente comprensibile.

Alle 19 di martedì 19 gennaio, la Polizia giudiziaria ha posto i sigilli al locale [11], un sequestro preventivo dapprima invocato [12] e poi applaudito [13] dal Sindaco della città, tale Virginio Merola, a mezzo stampa e social.
Il provocatore protagonista della vicenda, invece, piagnucola e si sta atteggiando a qualcosa tipo ''Gesù Cristo messo in croce dai fanatici complottisti'' [14]:

''Questa è la seconda aggressione che subisco in pochi mesi, oggi fare il giornalista è diventato sempre più difficile. I pozzi sono sempre più inquinati, la disinformazione sul virus e sulla pandemia sta raggiungendo vette che rasentano il fanatismo.''

Sottolineo : ''I pozzi sono sempre più inquinati''.

Spetta a voi, decidere chi siano nella Realtà gli avvelenatori dei pozzi.
Come vedete, io ho già un'idea chiara.

E no ...
non voglio dimenticare.

P. s. : la difesa delle ragioni di Mattia Florulli è stata affidata al tosto avvocato Mauro Sandri, che si sta occupando delle attività colpite dai discutibili ( e non sostanziati da evidenze scientifiche ) DPCM del Dittatore Giuseppi [15].

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Note

[1] : ''Bologna, una serata nel pub negazionista: "Il Covid non esiste, vogliono metterci paura"'', Valerio Lo Muzio, la Repubblica – Bologna, 17 gennaio 2021, [ https://bologna.repubblica.it/cronaca/2021/01/17/news/una_serata_nel_pub_negazionista-282913824/ ].
[2] : ''Articolo 1'', Senato della Repubblica, [ https://www.senato.it/1025?sezione=118&articolo_numero_articolo=1 ].
[3] : ''#ioapro: la protesta dei ristoranti è un flop. Multati 4 locali e 55 clienti'', Caterina Giusberti, la Repubblica, 16 gennaio 2021, [ https://bologna.repubblica.it/cronaca/2021/01/16/news/ioapro_la_protesta_dei_ristoranti_e_un_flop-282779372/ ].
[4] : ''Campagna ‘IoApro’, a Bologna urla e insulti contro giornalisti e polizia nel pub pieno di clienti – video'', il Fatto Quotidiano, 16 gennaio 2021, [ https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/01/16/campagna-ioapro-a-bologna-urla-e-insulti-a-polizia-e-giornalisti-nel-pub-pieno-di-clienti-video/6067899/ ].
[5] : ''Dopo qualche ripresa con il cellulare, la clientela se ne accorge e prende di mira l'unica persona che indossa un dispositivo di sicurezza.'', [1].
[6] : Valerio Lo Muzio, LinkedIn, [ https://www.linkedin.com/in/valerio-lo-muzio-a46b5a6b/ ].
[7] : Valerio Lo Muzio, Twitter, [ https://twitter.com/valeriolomuzio ].
[8] : ''Ordinata una birra da bere, tra un sorso e un altro, tenendo la mascherina in volto'', [1].
[9] : ''E' troppo, per chi ha ancora le immagini dell'ultima visita al reparto di terapia intensiva dell'Ospedale Sant'Orsola, gli occhi degli uomini e delle donne che lottano con tutte le loro forze, aggrappati a un respiratore polmonare, per cercare di vincere una battaglia contro la morte.'', [1].
[10] : ''Bologna, serata al pub ribelle: aggressione al cronista di Repubblica'', Valerio Lo Muzio, la Repubblica, 17 gennaio 2021, [ https://video.repubblica.it/edizione/bologna/bologna-serata-al-pub-ribelle-con-aggressione-e-minacce/374782/375396 ].
[11] : ''Bologna, sigilli della Questura al pub ribelle Halloween'', Rosario di Raimondo, la Repubblica – Bologna, 19 gennaio 2021, [ https://bologna.repubblica.it/cronaca/2021/01/19/news/bologna_sigilli_al_pub_ribelle_halloween-283321107/ ].
[12] : ''Pub ribelle a Bologna, il sindaco: "Solidarietà al cronista aggredito. Quel locale va chiuso"'', la Repubblica – Bologna, 17 gennaio 2021, [ https://bologna.repubblica.it/cronaca/2021/01/17/news/pub_ribelle_a_bologna_il_sindaco_solidarieta_al_cronista_aggredito_quel_locale_va_chiuso_-282952904/ ].
[13] : Virginio Merola, Facebook, 19 gennaio 2021, [ https://www.facebook.com/virginiomerolasindaco/posts/4002881726402482 ].
[14] : Valerio Lo Muzio, Twitter, 17 gennaio 2021, [ https://twitter.com/ValerioLoMuzio/status/1350757775517880322 ].
[15] : ''Notizie'', Marco Poli, VK, 21 gennaio 2021, [ https://vk.com/wall170191717_964 ].

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{ prima pubblicazione del post su VK, il 22 gennaio 2021 : [ 16 ]; su FB : [ 17 ] }.



Perché uno scontro sociale possa definirsi violento, non c'è bisogno che qualcuno alzi le mani (annotazioni sparse)

di Riccardo Paccosi


Ieri pomeriggio, avevo scritto un intervento molto duro sull'azione di "character assassination" orchestrata da Repubblica ai danni del locale disobbediente di Bologna, denominato Halloween Pub.
Poi, però, il post l'ho cancellato perché vorrei aspettare di vedere se si sia trattato d'un reportage isolato oppure dell'inizio di una campagna di diffamazione da protrarre nel tempo com'è stato il caso, qualche anno fa, del locale Arterìa di Bologna accusato di "razzismo" su basi completamente inventate.

Mi astengo dal dire tutto quello che vorrei dire, perché so già per esperienza che gli squadristi della carta stampata possono controllare anche i miei post.
E quella di finire sotto le attenzioni di canaglie che hanno la facoltà di calunniare e infamare chiunque vogliano senza doverne pagare alcun prezzo, è una prospettiva che preferisco posticipare il più possibile.

Posso solo dirvi che l'intervento cancellato s'intitolava IL GIORNALE DELLA FAMIGLIA AGNELLI CONTRO I DISOCCUPATI. Intendendo per "disoccupati", ovviamente, anche coloro che sono a un passo dalla disoccupazione come, appunto, gestori e dipendenti degli esercizi commerciali.
Un titolo che, a mio avviso, esplicava puntualmente ed esaustivamente i termini dello scontro sociale in atto intorno all'emergenza pandemica: suddetto scontro, ok, concerne la definizione di umanità, la sovranità popolare, la cultura, la geopolitica e tutto il cucuzzaro, ma rimane anche, strutturalmente, uno scontro fra classi sociali.

Se da una parte mi astengo dal dire tutto quello che avrei da dire su Repubblica, dall'altra vorrei fare qualche considerazione di ordine generale sul tema della disobbedienza civile.
In questi giorni, abbiamo visto avviarsi pratiche di disobbedienza civile da parte dei ristoratori mentre, per il 6 febbraio, si profila una giornata nazionale di mobilitazione dei lavoratori dello spettacolo che potrebbe, almeno in alcune città, declinarsi parimenti in termini di azione diretta.
Dal momento che per le norme di distanziamento non è prevista alcuna fine, è ragionevole altresì ipotizzare che lo scontro sociale all'insegna della disobbedienza civile e dell'azione diretta possa caratterizzare tutto il 2021.

Ho letto molte critiche a queste mobilitazioni e, in tutti i casi, ho ribattuto a esse con la semplice constatazione del fatto che, al momento, l'unica alternativa consti del non fare assolutamente nulla.
Chiarito questo, però, concordo in parte con quelle critiche che sostengono si tratti di azioni eccessivamente moderate o, per meglio dire, non proporzionali nelle forme alla gravità della posta in gioco, né adeguate al livello di scontro mortale deciso dagli apparati di potere.
Il problema è che bisogna fare i conti con il grado di coscienza sociale che oggi riesce materialmente a manifestarsi: esso riguarda un'esigua minoranza e, oltretutto, indica una pavidità diffusa nei confronti di quei rischi inerenti all'incolumità fisica e giudiziaria che, inevitabilmente, il conflitto sociale reca con sé.
Dunque, pensare a un livello di scontro più elevato risulterebbe, almeno per il momento, completamente velleitario.

Inoltre, per quanto le forme di opposizione sociale esistenti si possano legittimanente giudicare troppo moderate, c'è da dire che l'azione squadristico-repressiva di criminalizzazione messa in campo dai media indica come esse costituiscano comunque un problema per quelle èlite economiche sovranazionali che, in questo momento, definiscono l'agenda politica e impartiscono ordini a media e capi di stato.
In altre parole, dobbiamo prendere atto del fatto che la mediazione democratica sia irremediabilmente saltata e che, quindi, anche la più blanda forma di opposizione sociale verrà aggredita con violenza e, peraltro, assai più dall'apparato repressivo dei media che dalla polizia o dalla magistratura.

Perché uno scontro possa dirsi violento, del resto, non è affatto necessario che qualcuno alzi le mani su qualcun altro.
Uno scontro è già violento nel momento in cui cessa di riguardare le opposte visioni del mondo e chiama in causa, invece, la definizione di realtà.
Il fatto che tutti i contestatori dell'attuale gestione dell'emergenza pandemica vengano accomunati dalla propaganda del potere sotto l'etichetta di "negazionisti", indica il rifiuto di attribuire all'avversario qualsiasi dignità, la volontà di stigmatizzarlo come latore di una non-realtà, come deviante psichico.

Uno scontro, infine, può dirsi violento quando c'è in gioco la sopravvivenza materiale.
La propaganda del potere, infatti, sostiene che i contestatori siano degli untori che mettono a repentaglio la salute del prossimo.
Milioni di lavoratori, d'altro canto, sono al cospetto di un potere che esprime l'evidente intenzione di deprivarli del lavoro e del reddito, di sospingerli verso la più degradante marginalità sociale.

Dunque, siamo in presenza di uno scontro sociale che può dirsi sin da ora all'insegna della violenza e quest'ultima, essendo saltati tutti i possibili strumenti di mediazione, potrebbe perfino acutizzarsi.
E' necessario saperlo, allora, affinché si riesca il più possibile a evitare le provocazioni e a non cadere in trappole orchestrate a bella posta.

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{ prima pubblicazione del post su FB, il 18 gennaio 2021 : [ 1 ]; su VK : [ 2 ] }.


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2 commenti:

  1. È una vicenda che non ho seguito, comunque la gente che vuol lavorare andrebbe sostenuta non messa alla berlina.

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    1. Premettendo che stiamo discutendo della terribile! pandemia! di una malattia che, dopo circa 15 mesi di diffusione globale, è stata concausa ( e, quasi mai, unica causa ) del decesso dello 0,027% della popolazione terrestre { vedi il [ dato OMS ] da proporzionare a [ una stima della popolazione attuale ] }.

      Premettendo che il cittadino dovrebbe essere informato correttamente { e questo, nel nostro Paese e non solo, [ non sta accadendo ] fin dall'insorgenza del fenomeno epidemico sul nostro territorio nel marzo 2020 }, dopodiché dovrebbe essere libero di fare le proprie scelte e decidere il rischio da affrontare quotidianamente;
      allego che non esistono né sono mai esistite situazioni a rischio zero, non solo nelle "emergenze" configurate, ma anche nella "normale" vita di tutti i giorni, e la valutazione del rischio compete al singolo cervello.

      Quello del pub Halloween di Bologna è senz'altro un caso limite, e pertanto massimamente utile a fare giurisprudenza.

      E' abbastanza chiaro come la penso, e condivido quello che scrivi, Sara : l'aspetto più grave, è che si è deciso di chiudere non qualche bar, ma interi settori economici dapprima normati { vedi anche [ le palestre ], ed altro } e poi tacciati di essere focolai di "contagio" ( altro termine usato serialmente ed erroneamente dalla stampa mainstream ), in una situazione di incertezza quasi totale sulla progressione globale e locale della pandemia, e di incapacità di controllo preventivo e non repressivo da parte degli apparati pubblici.

      L'insieme delle norme decise dal Dittatore Giuseppi, ha generato oggettivamente il [ PEGGIORE APPROCCIO DEL MONDO ] alla pandemia → confronta con [ il risultato diametralmente opposto ] ottenuto dalla tanto vituperata Svezia.

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