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RU→UKR/NNN – Geopolitica e Chaos



Commento


Riproduco il commento di un anonimo utente del blog di un amico, siccome ben costruito ed espresso con un buon italiano.
Sostanzialmente dissento, perché ritengo che il chaos sia apparente e che i principali attori della soap opera in corso siano mere teste-di-legno oppure persone inserite nell'organigramma di più alto livello, immediatamente sotteso ai veri Padroni che da secoli ed ancora oggi baloccano il mondo.
Cioè le grandi e storiche famiglie capitaliste ( Rothschild, Agnelli-Elkann, Du Pont, Goldsmith, Rockfeller, Warburg ... ), in altre parole la ''Élite apolide''. Che pare essere divisa in due fazioni maggioritarie, impegnate in una contesa il cui conto lo pagano e lo pagheranno i popolani.

1

Cito il post dell'amico UUIC [1]:


Pro e contro

Ascoltavo alla radio, ieri mattina, l'incredulità arrabbiata per i dazi programmati da Donaldo Trump. "Nessun dazio per le auto fabbricate negli SUA". Ritengo una decisione razionale, anche se in un contesto messo male (prodotti dell'industria manifatturiera statunitense sono, generalmente, di qualità scarsa). Finalmente un qualche passo in direzione di una qualche minore interdipendenza.

Sempre il signor Donaldo Trump ha ripetuto, con enfasi, che si prenderanno la Groenlandia. Non si tratta affatto di indipendenza ma di impero che si prende quel che vuole nelle colonie, più o meno ciò che fanno o faranno la Russia, la Cina con le loro colonie attuali o future.

Tutto ciò che ha pro ha dei contro. Più passa il tempo e più questa realtà emerge come assioma granitico del vivere.

UnUomoInCammino


1.1

Come detto, reputo che l'intervento dell'utente sia comunque meritorio e lo cito [2]:


Il panorama geopolitico contemporaneo, più che mai, sembra un grande teatro dell'assurdo dove le trame si intrecciano con una leggerezza che rasenta la comedia dell'arte. Se osserviamo con attenzione, potremmo quasi scorgere dietro ogni gesto politico la finzione di un gioco di potere che non ha nulla a che fare con la realtà, ma solo con l’apparenza di una stabilità che ormai non esiste più. Non c'è più spazio per le illusioni. Il mondo è ormai un mosaico di ambizioni sbagliate, frustrazioni mal gestite e conflitti di interesse mascherati da dichiarazioni altisonanti. E tutto si svolge sotto lo sguardo distratto di chi dovrebbe capire, ma non riesce a farlo. La geopolitica, quel campo tanto serio dove si giocano le sorti di nazioni e popoli, si è trasformata in una farsa, un circo in cui la logica è stata bandita e ogni mossa sembra essere il frutto di una mente disordinata e delirante. Come se non bastassero le dichiarazioni dei leader, sempre più inclini a mascherare l’imperialismo con il linguaggio dell’autodeterminazione, oggi ci troviamo di fronte a un assalto all'arte della diplomazia, dove si fa un gran parlare di "indipendenza" e "sovranità" per giustificare i peggiori tentativi di dominazione. Eppure, se si scava sotto la superficie, la realtà è ben altra: si tratta di un’arte perfetta, quella dell’inganno, che gioca con le parole e sfrutta l’ignoranza per ottenere risultati che sarebbero impensabili in un mondo razionale. Eppure, la risata, quella sardonica, quella che sfiora l’indignazione, ci viene da chi scrive, dal giornalista che, con un sarcasmo ben calibrato, non ha paura di chiamare le cose con il loro nome. In questo mondo di apparenti vittorie e sconfitte, non c'è traccia della tanto agognata "democrazia" che dovrebbe essere il faro guida. Ma dove si trova, in effetti, questa democrazia se i potenti la piegano a loro piacimento? Dove si nasconde quando chi la rappresenta si fa schiacciare da interessi economici, strategici, imperialistici? Non è forse vero che la geopolitica moderna si è trasformata in un’arena in cui l’apparenza, l'immagine, la manipolazione dell'opinione pubblica sono gli unici mezzi per governare? Ogni tanto, qualcuno alza il dito e accusa la crescente polarizzazione politica, ma il vero problema non è la polarizzazione. Il vero problema è che il sistema stesso ha perso la sua capacità di autogovernarsi, di proteggere gli interessi della gente comune. Si parla tanto di "imperialismo", come se fosse qualcosa di nuovo, come se le potenze globali non avessero sempre esercitato il loro controllo con modalità più o meno nascoste. Eppure, la realtà è che oggi tutto è più trasparente, più cinico, e forse più disturbante, con i leader mondiali che si affrettano a dichiarare il loro dominio su terre che nemmeno hanno mai visto, ma che considerano come uno spazio vitale da annettere. È questo il "nuovo ordine mondiale" di cui parlano? O è solo l’ennesima manifestazione di un egoismo senza limiti, che usa la geopolitica come uno strumento per consolidare il proprio potere? Tra un tweet di Trump e una dichiarazione sfrontata di un leader europeo, la geopolitica è diventata un gioco di prestigio dove i popoli sono solo spettatori impotenti. E tutto questo è condito da un sarcasmo che non può fare a meno di sorridere amaramente. Perché, alla fine, non è la geopolitica che è in crisi, ma la nostra capacità di guardarla senza una profonda, quasi dolorosa, disillusione.
Siamo davvero pronti ad accettare questo stato delle cose? La geopolitica dell’oggi non ha più nulla della nobiltà che forse un tempo le apparteneva. È una commedia con attori sbagliati, un copione scritto da chi non sa più distinguere il vero dal falso, ma sa perfettamente come mascherare la realtà per mantenere il proprio dominio. E noi, spettatori di questa tragicommedia globale, possiamo solo ridere nervosamente, consapevoli che, alla fine, il gioco andrà avanti fino a quando qualcuno non deciderà di cambiare le regole. Se mai accadrà.

utente anonimo


=

Note

[1] : ''Pro e contro'', Un Uomo In Cammino, Blogger, 28 marzo 2025, [ https://unuomoincammino.blogspot.com/2025/03/pro-e-contro.html ].
[2] : commento, in ''Pro e contro'', Un Uomo In Cammino, Blogger, 28 marzo 2025, [ https://unuomoincammino.blogspot.com/2025/03/pro-e-contro.html?showComment=1743183406001#c7107088170421179015 ].

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{ prima pubblicazione del post su VK, il 3 aprile 2025 [3]; su FB : [4] }.

[ ... ]

Blog e social



Fotografia scattata da Acabashi nel camposanto della Chiesa di Santa Maria Vergine a Shipley ( West Sussex, Inghilterra, UK ), 2015 [1], ripubblicata sotto licenza CC BY-SA 4.0 [2].


1

Scrivevo a proposito dei vari formati di comunicazione on-line, che i blog sono generalmente più freddi cioè più riflessivi, mentre i social innervati da molti automatismi sono generalmente più caldi cioè più impulsivi.
Questo non è sempre vero.
Ovviamente, dipende in primo luogo dallo stato d'animo dell'utente che interagisce. In secondo, dai singoli interlocutori.
Ad esempio, ho terminato la mia pluriennale esperienza di lettura del blog “Un Uomo In Cammino” [3] pochi giorni fa [4]: non si è trattato di uno sfogo incontenibile ed estemporaneo come quello che avevo colpevolmente agito contro un paio di utenti, settimane addietro – ne avevo scritto pubblicamente su questo mio diario, poi ho riportato quel post a bozza siccome mi sembrava un caso di “pezza peggiore del buco” – bensì di un rifiuto definitivo di certa dialettica cameratesca, scimmiesca ... subumana, sistematicamente agita da esso nei commenti a molti dei post pubblicati in quel diario in rete.
Al contrario il locatario dello spazio sui server di Google, UUIC, apprezza i modi del compagnuccio, e la loro sembra una simbiosi ben rodata e inestricabile.
Onestamente, esso offre verbosamente una quantità di spunti interessanti, ma sempre con il tono da bullo caritatevole, da anziano della camerata che mette una mano sopra la spalla all'utente che gli capita a tiro e gli spiega come va il mondo. Perché, è facile intuirlo, esso conoscerebbe la Realtà ultima di tutte le cose, mentre i suoi interlocutori sarebbero ignoranti come sassi. Incluso il diarista UUIC che, tuttavia, sebbene trattato ripetutamente come coglione e demente continua l'annosa pratica coatta, quindi anche masochistica ed omosessuale, come esercizio fisico quotidiano.
Intendiamoci, UUIC può ovviamente continare a frequentare chi gli pare e come gli pare, e peraltro il suo blog è veramente personale e unico, con spunti di bellezza e passaggi di grande efficacia narrativa, e continuerò a consigliarlo agli amici che cercano un diario originale nella rete.

Come detto, mi fermo qua.


Cuore verde, monti azzurri




Sarnano – fotografia di UnUomo.InCammino.




Rocca Flea, Gualdo Tadino – fotografia di UnUomo.InCammino.


1

Nel tempo grave che stiamo vivendo, a tratti, il peso robusto di una costante e pervasiva propaganda totalitaria-sanitaria e farmacoillogica per meglio dire farmacotossica che ci sovrasta come una spessa lastra di piombo e induce me, ed i fratelli e sorelle resistenti e ribelli a pronta e dettagliata reazione di sottaciuta, funesta rabbia – vedi i miei post della serie C19 [ 1 ] – arriva a schiacciarmi fisicamente il petto.
Rendendomi, parecchie settimane fa, così difficoltosa e talvolta dolorosa la respirazione, che pensai seriamente di avere contratto la Covid-19 sebbene non palesassi altri sintomi tipici della lista associata a questa malattia dopata mass-mediaticamente e amministrativamente ... salvo poi essere smentito dal medico di famiglia dopo accurata visita.
E' in questi frangenti, che sento bisogno di un medicinale per l'anima sofferente.
Stavolta, m'è arrivato in soccorso l'amico blogger UnUomo.InCammino [ 2 ], con il primo reportage fotografico della sua ultima camminata sugl'italici pendii [ 3 ] : questi paesaggi dolcemente antropizzati, punteggiati da borghi di mattone intercalati nella cintura appenninica centro-italica [ 4 ] sono stati una meravigliosa e terapeutica boccata d'ossigeno. In particolare, mi hanno commosso le case contenute da uno schema reticolare di assi legnose : un rimedio premuroso allo scorrere incessante del tempo scandito dall'erosione e dagli accidenti naturali ed umani, che mi pone il parallelo con la nostra cara, vecchia Europa oggi anziana e aggredita da parassiti esterni ed interni ... vetusta ... stanca ... a tratti marcatamente confusa ... eppure è ancora, e da parecchi secoli, il motore che muove il mondo intero.
Egli è i miei occhi e le mie gambe.

Oratorio di Natale – 2ª




Christmas Oratorio, BWV 248 – opera completa



Oratorio di Natale

Io ti conserverò diligentemente,
io vorrò con te
vivere qui,
e poi dipartirmi con te.
Con te desidero innalzarmi alla fine
colmo di gioia
per sempre
là nell'altra vita.


33 - Corale

Questo è il primo Natale da qualche anno che non lo passerò con UnBipedinone. Ho lavorato tutto il giorno e ora arriva il tempo per qualche riflessione.
Quando andavo in Germania, con sua madre, i suoceri ci portavano tutte le volte al Weihnachts Oratorium di Johan Sebastian Bach, verso le diciassette. A quel tempo era un po' una una forzatura della mia inerzia, anche se, poi, in chiesa, le note e il canto corale di Bach mi vincevano. Corni inglesi e organo sono i grimaldelli che Bach utilizza con maestria per aprire ogni porta corazzata e arrivare al nostro nucleo emotivo, intimo.
Passano gli anni e anche la mia anima cambia. Oggi l'ho ascoltato tutto, questa maestosa introduzione a questa festa della famiglia, dell'oscurità niziante a morire nella luce, introduzione al rito della nascita del sangue del nostro sangue.
Complice l'assenza di UnBipedinone e questa solitudine operosa ho quella predisposizione d'animo introspettiva e con un leggero velo di malinconia che è un buon viatico a vivere queste ore con emozione.
Penso a tutte le persone che non hanno avuto la grazia di avere un figlio. Da sempre noto alcune tanghere senza figli, così inquiete... Questo è il momento del focolare, di quella vicinanza d'anime e di affetti (e pure di odi che vengono insieme, o tutto o nulla) e del sangue, della carne, del fuoco, di mamme, di papà e di noi figli. Vivo il paradosso di essere, stasera, lontano dai miei cari ed essere loro così vicino.
Un pensiero, allora, a coloro che, nel loro sacrificio, per alcuni o forse molti inconsapevolmente ecologico, non hanno discendenze e un Buon Natale per loro più sentito.



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{ prima pubblicazione del post sul blog Un uomo in cammino, martedì 24 dicembre 2019 [ 1 ] }.


1

Replico questo testo intimo eppure universale scritto dall'amico UUIC in occasione della corrente festività, siccome è uno status di maturità e un brano di buona letteratura.

E ringrazio per il pensiero finale, io sono proprio nel gruppo umano dei destinatari del messaggio.

[ ... ]


[ ...

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Freddo


La lezione del freddo

Domenica, in quella città tiepida, c'era 'na politglia nerastra, "acqua umida", sale, polvere di asfalto. Stamani c'era nebbia anche lassù a casa mia, un caldo marcio, quasi afoso.
_zzz mi ha regalato "La lezione del freddo", tra narrazione e saggistica sulla vita quotidiana nel freddo. Quello che ti richiede di pensare cosa fare quando una bimba lecca un tubo di metallo e vi rimane attaccata con la lingua congelata su esso.
Il freddo sta sparendo, nella serra. Sparisce, con esso, anche la meditazione, le lezioni, l'estetica, la cultura del freddo.
L'autore, filosofo delle scienze, osserva questo mondo che non ci sarà più e si pone alcune questioni generali (sebbene, per l'ennesima volta, la causa numero zero della distruzione del pianeta, dell'ecocidio dell'antropocene, l'esplosione demografica, Il Tabù, non venga neppure accennata)

[ ... ].

UnUomoInCammino

[ ... ]

1

Freddo e neve.

Un binomio che viene composto in modo quasi automatico nella mente, all'ascoltare solo una delle due parti.

Neve.
Si trovano tracce di neve in numerosi romanzi russi, scandinavi e nord-americani, ma il romanzo dedicato al fenomeno per antonomasia è “Il senso di Smilla per la neve” del danese iper-sensibile Peter Høeg ( edizione italiana 1994 ) [ 1 ] nel quale la meticcia inuit-danese Smilla Qaavigaaq Jaspersen riesce a risolvere il giallo di un omicidio grazie alla sua conoscenza dei diversi tipi di cristallo.
Tra i miei ricordi più cari, c'è la neve farinosa che ricopriva la Stazione Kievskaya [ 2 ] nel gennaio del 1994, quando arrivai nella Terza Roma dopo un viaggio in treno da 60+ ore ... ma se la Neve è il ricamo che abbellisce l'inverno e suggerisce pensieri romantici ad alcuni di noi, il Freddo è un coach severo.

E rischiamo di perdere entrambi, nel lasso della vita che ci rimane ancóra da vivere.


Ciaspole




Racchette da neve in vendita su Amazon.


Racchette da neve

Le racchette da neve (o caspe, ciaspe, ciaspole oppure anche ciastre)
sono uno strumento che consente di spostarsi agevolmente a piedi sulla neve fresca poiché aumenta la superficie calpestata e quindi anche il 'galleggiamento', tipicamente usate in attività di escursionismo su ambiente innevato. Inizialmente erano fatte di corda intrecciata e legno, oggi sono per lo più di plastica o di materiale simile. Il nome "ciaspole" è un termine del ladino noneso (val di Non), è entrato nel linguaggio comune dopo il successo de "La Ciaspolada". La prima edizione ha avuto luogo a Tret, frazione di Fondo (val di Non), con partenza ed arrivo in località Plazze.

[ ... ].

Wikipedia, 16 gennaio 2018


1

Sinceramente, pensavo che le ciaspole fossero dei dolci tradizionali locali simili ai ravioli [ 1 ] e ciaspolate le rituali sagre dedicate al dolce.

Quando l'amico UnUomoInCammino [ 2 ] mi ha proposto una camminata sull'Appennino, dicendomi che sarebbero state necessarie le “ciaspole” sono rimasto un po' perplesso e ho chiesto ... allora mi ha spiegato che sono le racchette da neve.

{ la camminata non l'ho fatta : mi mancano buone scarpe, racchette, e bastoni da neve }.


Ghiaccio


Le ore oscure – 3

[ ... ]

Sento cittadini (artificializzati è pleonastico) che gnolano per freddo e oscurità: stamattina, osservavo i mille cristalli della brina e gli arabeschi nel principio di sottile permafrost, i riccioli impazziti del terreno cretoso congelato. La bellezza dell'inverno, delle ore oscure è evidente e mi fa felice ogni mattina che posso camminare e scendere lungo quel pezzetto di sentiero. Una bellezza così grande che annulla le luminarie pacchiane effetto discoteca pseudo psichedelica. Noi italiani custodi di tanta grande bellezza, proprio non ce la facciamo sulla luce, non so se sono peggio queste orribili luminarie discotecare tamarre o le candele mangiafumo a colori improbabili coi loro puzzoprofumi artificiali.
La bellezza dell'inverno, di milioni di miliardi di cristalli... solo gli occhi spenti e lamentosi non la vogliono vedere o non la vedono, nelle città coll'olezzo di piscio di magrebini molesti e ubriachi sui marciapiedi e la puzza di merde canine punkabbestiche. Posso anche capire ma anche questo degrado è e segno e concausa della grande bruttezza ugualista, della barbarie, dell'abrutimento.
Per questo non posso che appoggiare con decisione la proposta dei pentastellati di chiudere gli esercizi commerciali nei festivi. Negozio - ozio è un altro dipolo osteggiato da questa orribile liquidità ugualista, omogeneizzante, entropica. Un piccolo segno di restaurazione contro questo progresso regressivo, peggiorativo. Un arabesco di brina, dono delle lunghe ore oscure, mi fa felice.

UnUomoInCammino


1

Empatizzo con il post dell'amico UUIC, con il suo tedio per un Popolo degradato al mero consumo – che spesso è consumo di robaccia – e per i rituali di massa da adempiere nel mucchio dei bovini comandati.
E con la sua sensibilità per l'inverno, che manca ai cittadini purtroppo abituati ad inverni senza neve.
Ma, come ho scritto nei commenti [ 1 ] : è inutile chiudere i negozi fisici nei giorni festivi : Amazon, eBay, e gli altri siti di e-commerce rimangono aperti, per soddisfare la compulsione consumistica.
E poi : SE i centri commerciali sono diventati “luoghi di aggregazione”, è perché alternative di interazione-? sociale-? materiale, all'iper-mercato e allo stadio di calcio, non ce ne sono.
E' l'interazione diretta e fisica che manca : ad esempio, nei locali pubblici vedete mai differenti gruppi di amici, mai conosciutisi prima, che si mescolano e tessono nuove relazioni e simmetrie ?
Può capitare quando tutti sono breschi quindi disinibiti, ma poco ( o nulla ) coscienti.

{ e figuriamoci se può nascere qualcosa di robusto, da una simile situazione in cui l'intenzione viene espulsa – ma inevitabilmente distorta – dall'abuso alcolico }.

Perché ?


Sono cresciute le personalità, che hanno acquisito nuove dimensioni e sfaccettature ( anche grazie all'informatica sociale ).

Poi c'è il format tribù che viene replicato nelle generazioni e nei luoghi, così è difficile infrangere un muro relazionale che è una quarta parete.
Da cui, l'abitudine a non reagire agli eventi che accadono attorno a noi, spesso nemmeno nell'emergenza palese, siccome il mondo è oramai inteso come uno spettacolo sullo schermo.

{ Escobar ( film ) , kitsch }




La locandina del film Escobar ( 2014 ).


Beh, il primo pensiero che mi viene in mente è che è un attimo per cui tu ti puoi ritrovare in una situazione che va verso l'infernale e non riuscire a venirne fuori. Un vero e proprio incubo che col proseguire della realtà peggiora. Il kitsch pazzesco delle società latino americane diventa la cornice di situazioni di degrado civile estreme: come amante dei contrasti ne ho apprezzato l'osservazione e quindi la narrazione ciniche, precise.
La seconda osservazione è che, per buona parte della narrazione, sono stato avvinto da una tensione crescente diventata quasi spasmodica: non male!

[ ... ]

Infine, una nota ecologica: Nick, il protagonista maschile, passa per l'ecologia dell'iniziazione: riesce a liberarsi dalla patologia del politicamente corretto che lo blocca in una finzione morale inesistente e, con la pressione degli eventi, torna nella realtà della Mors tua vita mea. Sebbene in finale si rappresenti in maniera abbastaznza esplicita il “Male” in Pablo Escobar (Benicio Del Toro, me_mi pare una buona interpretazione) che assume il ruoto di satana (l'angelo nero che dice al prete che si metterà, con un grande telescopio, a controllare Dio dal carcere, poi benedicendo, appunto, il prete attonito, ammutolito); dal punto di vista etico Escobar (il “Male”) permette a Nick di tornare uomo, virile, guerriero, combattente, che passa da una finzione di moralità del tutto artificiosa, avulsa da ambiente e realtà ad una dimensione spirituale, ecologica, quella del prendere atto di una realtà e di saper risolvere i problemi reali.

[ ... ]

UnUomoInCammino


1

{ un argomento che ne contiene un altro, come una matryoshka;

appunti }.

Plaudo alla recensione di Uomo [ 1 ] sul blog Un Uomo In Cammino [ 2 ], il cui sguardo chirurgico, bene allenato, va dritto al midollo di alcune faccende del film Escobar dell'attore e regista “italiano” Andrea Di Stefano ( 2014 ) [ 3 , 4 ] che nelle sale di 0039, per una bizzarra distribuzione, è arrivato solo a fine agosto di quest'anno ( quasi due anni dopo la presentazione al Festival di Toronto );
{ film che non ho visto e forse non vedrò, ma in un certo senso ho già visto leggendo il suo post }.

Il blogger ha ravveduto il leit-motiv classico del riscatto dell'individuo alla ricerca della propria identità più intima in un sistema sociale e ambientale “degenerato”, il desiderio risvegliato del confronto corpo-a-corpo, fino all'affermazione – missionaria – della propria morale ed etica ...
mi chiedo se ne abbiamo davvero necessità e desiderio, di riscoprire la dimensione 1.0 ;
mi chiedo se quel kitsch sudamericano sia, in realtà, l'espressione più vera ( il segno vitale ) di un popolo e il moralizzatore arrivato dal nord del continente – ingenuo e di buon cuore, si direbbe – abbia torto nella sua predicazione esistenziale; il poster di una mostra dedicata allestita in California, che replico qua sotto, esplicita il legame di certa architettura ridondante di forme e colori non funzionali con l'arte pre-colombiana;
nello schema narrativo dato, quasi mi viene da simpatizzare per i mafiosi di Pablo Escobar ( vertice malato di una società concreta ) piuttosto che per l'alieno programmato con tante macro ( definite “ideali” ) pre-figurate e che si butta a fare l'eroe della situazione.

Muratore e gentiluomo


Il costruttore-eroe di Amatrice: "Per paura del terremoto ho fatto sempre case solide"

Saro Rubei ha 88 anni e vive nell'agriturismo dove le scosse hanno fatto crollare soltanto alcuni vasi. "Dopo il sisma non vado in paese perché mi fa troppo male, ma la gente viene a ringraziarmi per gli edifici fatti da me che li hanno salvati".

AMATRICE - "Niente, nemmeno una crepa. Si è rotto giusto qualche vaso". Mercoledì 24 agosto all'alba gli ospiti dell'agriturismo Amatrice abbracciavano e ringraziavano Saro, che ha costruito con le sue mani quella che un tempo era una stalla a un chilometro dal paese e oggi è una delle strutture che meglio hanno resistito al terremoto. Poi, con il passare delle ore, sono arrivati anche gli abitanti delle altre case tirate su da lui, tutti per dirgli che gli ha salvato la vita. Saro Rubei ha 88 anni e almeno due o tre vite da raccontare. Figlio di una grande famiglia matriarcale di Amatrice, ha fatto il macellaio, coltivato la sua grande passione per gli animali, in particolare i cavalli, e poi è diventato costruttore di case. Oggi porta avanti con la moglie il suo agriturismo. Risponde alle domande dopo aver dato da mangiare alle sue galline.

la Repubblica


1

Apprendevo da Lorenzo, e leggevo la discussione tra lui – il pragmatico – e il romantico cantore delle abilità di Homo e dell'ambiente agreste UUIC [ 1 ];

l'eroe è una persona comune che si staglia sullo scenario della tragedia, e nell'azione scopre e/o verifica qualità umane sopra la media.

In movimento




Ho divorato i primi due terzi di questo libro, più autobiografici che tecnici, meno l'ultimo a "proporzioni invertite". Sacks compie in gioventù un viaggio nel mondo e negli eccessi (record di sollevamento pesi in accosciata nel 1961), nella psichedelia e nella droga rischiando di non uscirne) e poi si inoltra in altri eccessi (trentacinque anni di cast(r)ità, le degenerazioni, disfunzioni e patologie del sistema cervello-mente, passare dal gotha scientifico alla prassi clinica con contatto quotidiano con tutti i tipi di pazienti, di sovente problematici) e sempre più in quella disciplina di frontiera che è la neurologia. Uno degli aspetti interessanti e che mi affascina di questa autobiografia è il tentativo abbastanza compiuto di avvicinarsi all'uomo leonardiano, arte e scienza, corpo e mente, emozioni e raziocinio.
L'ultimo terzo del libro è via via più tecnico fino ad arrivare a Gerald M. Edelman e alla sua teoria del darwinismo neurale [ ... ].

UnUomoInCammino


1
 

UnUomoInCammino ( UUIC ) mantiene fede a un motto a lui caro ( “In cammino verso l'oltre, terre così vicine e inesplorate.” ) nella scrittura del blog omonimo del nickname [ 1 ] che è sovente trascrizione di esperienze vissute nel quotidiano di un soggetto singolo [ 2 ].
Pertanto, non poteva non essere affascinato dalla personalità poliedrica di Oliver Sacks [ 3 ] neurologo abituato a mettere in gioco sé stesso nel rapporto con i pazienti e, scambiando, nel ruolo di paziente osservato; consigliato da un'amica, il blogger ha letto e recensito bellamente “In movimento” ( 2015; ed. ita. Adelphi, 2015 ) : [ 4 ].

Barrare il testo in Blogger, HTML


<del>testo da barrare ( cancellare )</del>

La semplice sintassi del tag <del> da inserire all'interno del codice del post in Blogger.

<span style="font-size: 85%;">Questo mio pezzo è la risposta ad un post <del>del <i>crociato Lorenzo</i> pubblicato sul blog ch'è collaterale al principale <i>Eldalie</i></del> di Giuseppe “Rocco invades Poland” S. ( “Evoluzione del genere umano - Parte seconda” in <i>Radio Varsavia</i> [ <a href="http://radiovav.blogspot.com/2016/02/evoluzione-del-genere-umano-parte.html" target="_blank">1</a> ] ) ed è anche una breve guida passo-passo all'uso di questo nuovo strumento.</span>

Uno stralcio di codice dal post precedente [1] con l'implementazione del tag <del>.

1

Mi capita spesso di rifinire ( e talvolta correggere ) i post su questo blog, così come gli status su Facebook : è una faccenda di correttezza sostanziale e/o formale, credo che il messaggio debba essere prodotto con accuratezza dei contenuti e della forma linguistica, per rispetto del lettore abituale od occasionale.

Ed anche come esercizio di amore proprio.
Può anche succedere di pubblicare informazioni scorrette, e di avere la necessità di correggerle oppure di eliminare un blocco di parole siccome errato.
In questo caso, tornando all'editor di Blogger le opzioni sono due :

● eliminare il blocco tout-court, senza lasciare alcuna traccia a schermo dell'informazione rimossa;

● barrare il blocco come i prof. fanno ( facevano ) a scuola con la biro blu ( errore meno grave ) o rossa ( errore più grave ), sui compiti in classe.

Con il secondo metodo, la parte cancellata rimane ancóra visibile e leggibile, è come un pagare dazio per un'informazione errata.




2

Per ottenere l'effetto testo barrato in Blogger è sufficiente entrare nel codice ( cliccando sulla scheda HTML dell'editor ) e digitare il tag di apertura <del> prima del testo da cancellare e quello di chiusura </del> subito dopo, come mostrato in apertura di questo post.
{ la scheda dedicata a questo tag ( marcatore ), in w3school.com : [2] }.

3

Barrare il testo ( cioè di lasciare “in chiaro” la cancellazione ) può anche essere un espediente retorico.
L'amico UnUomoInCammino [3][4] ad esempio, la usa con una certa frequenza e con ironia; il senso implicitamente espresso, è : “il mio primo pensiero è stato ... ma voglio essere ancóra più esplicito”, oppure “per convenzione si dice così ... ma in verità è cosà”.
Alcuni esempi :








[ ... ]

Giocare col fuoco in casa degli altri


Il Califfo in Kosovo grazie a Usa e Italia

Adesso si scopre che in Kosovo (come in Bosnia e in Albania) c’è una forte presenza jihadista. Ma guarda, chi avrebbe mai potuto immaginarselo? Come sempre, come per l’Afghanistan, per la Somalia, per la Libia, per l’Egitto, si dimentica il pregresso, lo si sottace pudicamente o, nella migliore delle ipotesi, vi si sorvola. Chi nel 1999, senza il consenso dell’Onu, anzi contro la sua volontà, aggredì la Serbia ortodossa guidata da Slobodan Milosevic? Gli americani. Che c’entravano gli americani? Niente. Si trattava di una questione interna allo Stato serbo, dove si trovavano a confronto due ragioni: quella dei kosovari albanesi che nel corso dei decenni precedenti erano diventati maggioranza e avevano creato un movimento indipendentista (peraltro foraggiato e armato dagli Usa e che, come ogni resistenza, non disdegnava l’uso del terrorismo) e quella della Serbia a mantenere l’integrità dei propri confini e un territorio che era storicamente suo da secoli.

Massimo Fini


1

UnUomoInCammino [ 1 ] mi ha lasciato un buon link nel thread precedente [ 2 ] e lo giro qui.

E' noto che i putridi apparati USA – con l'approvazione esplicita della Casa Bianca – hanno siringato il putridume fondamentalista islamico nella terra europea.
In Kosovo, Albania, Bosnia-Erzegovina, e fin'anche in Ucraina [ 3 ].

Con la compartecipazione dei servizi “italiani” –  e non solo – sempre a pecorina con i colleghi d'oltreoceano [ 4 ].
Dopo la destabilizzazione degli Stati arabofoni artata attraverso l'organizzazione delle svariate primavere arabe [ 5 , 6 ] e la creazione e il finanziamento dell'ISIS ( come a suo tempo crearono Al Qaeda ) mascherato da supporto ai “combattenti per la libertà” contro i “terribili regimi” che non sono amici di certe multinazionali.
Chiedetevi perché, come e chi sta organizzando ed eseguendo le stragi in Europa : le risposte ci sono già, per chi non vuole girare la testa dall'altra parte.

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Demografia # 2


Perché hanno smesso tutti di parlare di popolazione e immigrazione?

Posted by Massimiliano Rupalti

[ ... ]

Ho cercato di riassumere le 20 ragioni principali per le quali la crescita della popolazione è stata abbandonata dai gruppi ambientalisti ed ha avuto una copertura molto ridotta negli ultimi 40 anni. Raccomando caldamente di leggere “Il movimento ambientalista fa marcia indietro nel sostenere la stabilizzazione della popolazione statunitense” di Beck e Kolankiewicz (2000) e “Conto alla rovescia: la nostra ultima e migliore speranza per un futuro sulla Terra?” di Alan Weisman.

Alice Friedemann www.energyskeptic.com.

“Non c'è nessun bisogno di decidere se fermare o no l'aumento della popolazione. Non c'è nessun bisogno di decidere se la popolazione verrà ridotta o no. Succederà, succederà! La sola cosa che la specie umana deve decidere è se lasciare che il declino della popolazione venga attuato col vecchio e disumano metodo che la natura ha sempre usato o inventarci un nuovo metodo umano da soli.”

Isaac Asimov, 1974

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Effetto Cassandra


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Il buon UUIC mi ha sporto questa pagina in un commento al mio post “I lapsus de la Repubblica” [ 1 ] : “Perché hanno smesso tutti di parlare di popolazione e immigrazione?” [ 2 ].

Qualche tempo fa, avevo postato i grafici dell'incremento demografico folle in alcuni Paesi che sono tra i primi donatori di migranti al Primo Mondo [ 3 ] e potete osservare che sono Paesi che non sono impegnati in guerre con altre nazioni, sono Paesi che vivono una propria caratterizzazione culturale distinta, e sono Paesi che prolificano bambini senza preoccuparsi di come sostenere questo incremento demografico pazzesco ( triplicazione, quadruplicazione della popolazione negli ultimi 60 anni ) : ci penserà l'Europa, ci penseranno l'Unione Europea e la Federazione Russa.
Ripropongo il post dell'ottimo blog Effetto Risorse perché è una dimostrazione sintetica della trasmutazione radicale cui stiamo correndo incontro, e sputtana tutte le cazzate sostenute a favore della mass-immigrazione da parte degli ingenui ( per non dire altro ) convinti che la crescita infinita sia possibile, oltretutto nel quadro di una eguaglianza impossibile.
D'ora in avanti, nelle discussioni social replicherò semplicemente il link al suddetto post : mi sono stancato di discutere con gli imbecilli, è tempo perso al 100%.

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Olio di palma




I frutti sull'albero di Elaeis guineensis, una specie di palma [ 1 ] ( da Wikipedia ).



I frutti detti drupe ( da Wired.it ).



La struttura della drupa ( da Mypersonaltrainer ).


Sostanzialmente l'olio di palma è uno di quei rimedi a problemi precedenti e gravi che comportano un ulteriore aumento di problematicità.

In soldoni: l'olio di palma ha alcune caratteristiche tecnologiche interessanti per la industria alimentare dei prodotti da forno, per quella cosmetica, etc..
In campo alimentare, avrebbe dei sostituti molto migliori come l'olio di semigirasole (biologico, ottenuto con lavorazioni a freddo).

Ma
1 - questo olio è decisamente più caro e se i prodotti da forno costassero di più poi la_gggente non potrebbe comprarsi l'iPhone nuovo ogni due anni, andare il fine settimana sul Mar Rosso, andare all'outlet a comprarsi la sedicesima borsa blu etc. e tutti questi diritti a più diritti di diritti.
2 - la mostruosa sovrappopolazione europea necessita di quantità di grassi appunto mostruosa.
Se dovessimo produrci l'olio di semi di girasole bio necessario dovremmo eliminare centinaia di migliaia di ettari di frumento, erba medica, lenticchie, boschi, non ci sarebbe spazio per le autostrade, case, ipermercati, etc..

L'olio di palma è una di quelle infernali genialate degli homo per delocalizzare i problemi e peggiorarli.
Vedere, ad esempio video e altro qui, i simpatici e allegri effetti del "diritto di più tutto per più tutti", olio di palma compreso.

Però oltre ai mandibolatori europei ora i kompagni sostituzionisti hanno insindacabilmente deciso che bisogna voi inferiori piccoli ignobili europei borghesucci xenofobi razzisti dovete accogliere senza se e senza ma altre decine di milioni di mandibolatori invasori con appetito e ingordigia di consumismo feroci e ancora peggio dei mandibolatori da sostituire.

Ovviamente con un bellA crescista di PIL woow!! ovvero bilancio ecologico complessivo ancora più devastante e una maggior predazione dei paesi da cui si prendono queste risorse.
Come al solito i kompagni riescono a realizzare esattamente il contrario di ciò che urlano come invasati da mane a sera.

UnUomo.InCammino


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Leggendo il post di Sara “timeo danaos , palma ferentes” sul suo blog [ 2 ] e primi commenti, non mi erano chiari il perché e il come l'olio di palma sia nocivo all'ambiente e agli Homo.

{ sì ...
avevo letto dell'attacco di Ségolène Royale alla Nutella [ 3 , 4 ] e di millemila campagne Change.org sull'argomento ...
ma la Nutella è sacra }.
UnUomoInCammino mi dato una risposta nello stesso thread [ 5 ] e l'ho ripubblicata qua sopra.

E' tutta vita





Ho aperto il libro, letto il capitolo uno. L'ho richiuso.
Un solo capitolo, poche pagine ed è stato uno stappare una boccia che contiene troppe emozioni, ricordi, gioie grandi come dolore e sofferenze. Tutto chiuso li dentro. sotto pressione. Stappi esce un fiotto.
Avevo fatto le quattro e mezza nell'ebbrezza del tango. Messo il libro a destra, mi sono riaddormentato.
Poi ho acceso il fuoco e ho iniziato a leggere.

UnUomoInCammino


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Fabio Volo è quell'autore che non leggerò nei prossimi 2 anni ( almeno ), non per atteggiamento snob ma per economia del tempo e delle mie energie : avendo già parecchia roba da mettere al fuoco, nel valutare altra carta da aggiungere alla pila necessariamente discrimino in base alle mie prime sensazioni su opera ed autore, e quelle sul personaggio Volo non sono positive ( m'è sempre sembrato uno zerbino furbo ).

L'amico UnUomoInCammino ha approcciato “E' tutta vita” ( Mondadori, 2015 ) [ 1 ] con atteggiamento snello ( “A tutti capita di sbaffare un po' di patatine o un trancio di pizza. Direi nulla di male. Il problema è se ti cibi solo di 'sta roba.” ) e ha scritto i suoi pensieri sul blog : [ 2 , 3 , 4 ].

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Sottomissione


[ ... ] Mi chiedo sempre per quale motivo le "mummie progressiste" e cattoliche sostengono con tale foga ciò che viola brutalmente parti estese delle loro fondamenta valoriali (qui si torna alla psicologia patologica). Houellebecq è troppo intelligente per essere fazioso, non può non osservare come non poche istanze antimoderniste dell'islam siano le stesse di movimenti identitari che si oppongono a esso. La biologia insegna che la competizione è massima per specie simili che competono per lo stesso, nello stesso biotopo.
UnUomoInCammino

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UnUomoInCammino ( UUIC ) ha pubblicato sul blog eponimo alcuni appunti sul testo di “Sottomissione” ( in lingua originale : Soumission ) romanzo dello scrittore francese Michel Houellebecq stampato in lingua italiana da Bompiani ( 2015 ) [ 1 ].
Consiglio la lettura integrale del post : [ 2 ].

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Tortellini ( c'erano una volta i )





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Una iterazione nella pianura padana che è digressione metafisica - spazio-temporale ed etnica - in un Paese già divorato su larga scala e metabolizzato in altro ... che ( re-)esiste ormai solo nelle piccole nicchie come quella descritta da UnUomo.InCammino [ 1 ] antropologo escursionista e prolifico blogger : [ 2 ].

{ mi ha consigliato questo suo post in un commento al mio “Pasolini , il corsaro” [ 3 ] e trovo sia filologico il flusso degli ultimi scritti pubblicati sull'Orlodelboccale }.

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Birdman




Una locandina ufficiale per il mercato italiano : [ 1 ].



Una locandina alternativa del film, di una serie eseguita da Ryan Gajda e pubblicata su the Sunday dog parade : [ 2 ].



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Alejandro González Iñárritu [ 3 ] è un autore di cinema nato a Città del Messico ( Messico ), che ha realizzato capolavori del calibro di “Amores perros” ( 2000 ) [ 4 ] e “21 grammi” ( 2003 ) [ 5 ].

Adesso è il turno della definitiva consacrazione mainstream ( Hollywood ) con “Birdman o (L'imprevedibile virtù dell'ignoranza)” ( 2014 ) [ 6 , 7 ] : 4 Oscar ricevuti ( migliore film, regia, sceneggiatura originale, fotografia ... e 5 nomination ) + altri premi Usa e internazionali.
Questa volta è il cinema a proporre un super-eroe da fumetto, in anticipo sulla carta; nell'Universo Marvel sono esistiti tre personaggi di nome Bird-Man [ 8 ] che non conosco, e non so dire se e quali relazioni sussistano con questo soggetto.


Ultimi commenti





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Sto eseguendo qualche miglioria a questo blog, ad esempio ho riassettato la spalla ( colonna laterale ) qui a destra e inserito la lista degli ultimi commenti.

Siccome Blogger non propone un widget ufficiale con questa funzione, ho cercato nei vari siti-web dedicati a questa piattaforma di blogging e ho implementato una soluzione da Helplogger [ 1 ] che in questo momento vedete frizzata qua sopra e praticata live qui a lato.
Una parte del codice viene scaricato da una repository [ 2 ] all'interno dello scatolone Google Code [ 34 ] ( ricapitolato da qualche tempo in Google Developers [ 5 ] ).

( la critica di Lorenzo sulle chiamate a codice esterno : [ 6 ] ).

UUIC cambia approccio





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Ho già complimentato “Un uomo in cammino” [ 1 ] come uno dei diari migliori della blogosfera in lingua italiana, un flusso in cui le vicissitudini personali sono intrecciate a ragionamenti di ampio respiro, tra escursioni in alta montagna e ballate di tango.
Una caratteristica pregevole è la trasparenza con cui il diarista non solo espone i fatti suoi in maniera intellegibile e discutibile da un'audience, ma pure i ragionamenti sulla gestione dello spazio digitale inteso come palestra di incontri e scontri brevilinei, ma anche un'occasione di crescita individuale e collettiva. 
Penso che le riflessioni poste in “Cambiare approccio” [ 2 ] e commenti al seguito possano essere di pubblico interesse, e ne consiglio la lettura.

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