Adesso ci vuole l'autocritica
Ha vinto Gianni Alemanno - quello della croce celtica al collo e dei saluti romani (dalla prima pagina de "il Bologna" di oggi) - e dico che è un gran bene per tutta la sinistra italiana : sì, perchè una vittoria a Roma avrebbe mascherato le proporzioni reali della disfatta elettorale permettendo ai papocchi di "fare la ruota" rimandando l'autocritica, che finalmente s'impone nell'agenda della dirigenza e della base e non è più rimandabile (se qualcuno è ancòra provvisto di senno, in quelle stanze).
A caldo, l'amica Berenice78 m'informa del pessimo show da Vespa di quel poveraccio di Filippo Gentiloni (ex-ministro delle comunicazioni) che ha incolpato gli "elettori che non hanno capito" della sconfitta piddina : gran brutta ripartenza, speriamo nel seguito.
L'impalcatura degli ultimi quindici anni, montata davanti ad una struttura fatiscente ed erosa dal tempo che inevitabilmente scorre, è servita solo a mascherare un trasformismo orwelliano (v. "La fattoria degli animali") dei compagni in politica in imprenditori della politica.
Con un'idea del potere davvero simile a quella che nutre il quotidiano dello psiconano.
Le periferie romane da molto tempo ormai si sono spostate a destra - le curve dell'Olimpico sono la cartina tornasole della situazione - perchè quindici anni di potere metropolitano e nazionale (quest'ultimo a fasi alterne ma in palese inciucio col Berlusconi) hanno imborghesito una sinistra che ha gestito il potere fine a sè stesso e smesso di fare quello in cui era brava : tenere i contatti col territorio ed in particolare con i ceti popolari, che le permetteva di rinnovare il consenso generazione dopo generazione e di avere sempre il polso della situazione in tempo reale.
Lo (s)fascio è stato sigillato dal governo Prodi II che non ha fatto nulla di "sinistra" - motivando con 1000 scuse - ed ha fatto incazzare gli elettori più giovani (i vecchi voteranno Pd o the next thing fino alla morte) : se ipotizziamo che ai dirigenti piddini gliene freghi davvero qualcosa della sconfitta - qualcuno è pure contento della sparizione parlamentare della Sinistra Arcobaleno, tale fine Machiavelli del 2008 verrà premiato con un mio post - e lo sconcerto palesato di fronte alle telecamere sia stato quindi genuino, tale emozione è figlia legittima della superba supponenza di contare su di un popolo di asserviti mentali fino alla fine del Tempo.
Così non è stato - per fortuna - ed anzi il colpo di spina dorsale della base dovrà fare riflettere e soprattutto rimboccare le maniche a chi sta alle scrivanie di partito.
Chi di razzismo ferisce, di razzismo perisce
Francesco Rutelli alias "er marchettaro del Vaticano" (definizione di Guerrilla Radio) ha perso su quei pochi argomenti-chiave che interessano davvero alla gente - che vi piaccia o no - e prima tra tutti la sicurezza sulla quale sono stati sprecati fiumi di buonismo su "tolleranza" e "solidarietà" da un lato, e proclami destrorsi dall'altro (Cofferati e Veltroni) mentre l'immigrazione è uno sfascio sociale palese : la certezza della pena ed il rimpratrio celere dei clandestini sono due prassi dal lato degli "autoctoni" italiani che il governo Berlusconi IV dovrà realizzare in fretta (la gente vuole vedere dei fatti concreti).
Un flusso d'immigrazione gestito con giustizia su entrambe le sponde - i cittadini residenti e gli ultimi arrivati - non può prescindere da una regolamentazione dello stesso in funzione dei bisogni del paese ospitante.
La situazione è pessima : nel circolo vizioso generato da una fiscalità esosa per le imprese, sono proprio gli extracomunitari ad essere sfruttati e senza diritti ... la sinistra italiana difende pazzescamente questo status quo contro i propri princìpi enunciati e senza un briciolo di realismo.
Aggiungo anche le rozze boutades razziste (e sottolineo "razziste") del buffo Uolter Veltroni contro i rumeni, in occasione dei più truci fatti di cronaca nera che hanno visto protagonisti negativi ragazzi e ragazze del paese balcanico di matrice linguistica latina.
Al contrario, non l'ho sentito insultare gli italiani quando in simmetrici fattacci le vittime sono state i nostri "cugini" dell'est-Europa ...
(bene gli stanno le sconfitte).
Prime idee (cinema)
Mi fa piacere che una delle primissime interviste del neo-sindaco abbia toccato la ricostruzione della "Festa del cinema" romana : un pentolone kitsch prono ad Hollywood, strapieno di roba d'ogni genere (troppi film) ed in conflitto insensato e fratricida con la storica mostra del cinema di Venezia (per la simile natura generalista ed internazionale, e le date troppo vicine).
Discutendone il programma ed il marketing con Walterino io lo reputai inutile se non addirittura dannoso per la cinefilia : se Alemanno s'avvarrà della consulenza di Pasquale Squitieri - come annunciato - sarà un'ottima ripartenza e lo schemino dei buoni propositi diffuso a mezzo-stampa non mi sembra affatto male.
Ricordo che Uolter l'anno scorso stizzò parecchio per i bidoni tirati dagli annunciati ospiti stellari amerikani che non lo cagavano pari ... (che figura penosa).
Spero che sull'arte non vi saranno superbe e controproducenti barricate di parte.
Links
"Roma, si cambia : Alemanno sindaco" = articolo in Corsera.it
"Dio, Patria, Famiglia e ... Giornate di rivolta con le spranghe in mano" = intervista di Alteredo
"Eliminazione darwiniana degli inutili" = post di Furio Detti in anARca