Con compassione, io vi disprezzo di Marco Poli aka Astio Per l'ennesima volta, trapasserò l'anno da solo, in raccoglimento intimo. La voltura tra un anno e il successivo è mera convenzione umana da ragioniere, ma comunque beneficia di una temporanea ed effettiva smobilitazione dei propri impegni routinari ch'è propedeutica ad una riflessione personale sul blocchetto degli ultimi 365 giorni di vita staccati, in famiglia e/o da soli. Una riflessione volta a cogliere il senso degli accadimenti, il giusto valore da riconoscere alle cose significative che ci sono capitate che, magari, non abbiamo ancora valutato a dovere. Un momento ideale per mettere a posto alcune importanti faccende personali. Poi, si potrebbe fare ''festa'' tutti assieme l'indomani. Una festa sobria e consapevolmente lieta di qualche considerazione utile, felice di qualche bene prezioso che il tempo e le situazioni recenti ci hanno trasmesso, sazia del sapore di un briciolo di Verità in più. E invece no. Ci si deve stordire, abbruttire di pura convenzione – perché ''si fa così'' cioè ''così fan tutti'' – e poi di sostanze varie senza nemmeno ragionare sul senso delle proprie azioni perché, stanotte, di senso non ne avranno se non di consumare una disperazione comune nel falò collettivo. Tutti assieme, disperatamente mossi dal vuoto interiore spinto, per lenire ( solo per qualche ora, fino al risveglio ) la sofferenza esistenziale diluendosi nella massa e diventando una ''cosa'' indistinta con essa, pastroiata con essa, il tripudio della stupidità umana : siccome l'identità e le esperienze di vita derivate fanno soffrire, negando l'identità si soffre meno. Un ''bel'' reset del tutto simile a un elettroshock, metodo abiurato dalla medicina ufficiale ma ancora diffuso nelle pratiche della società civile. E si torna al punto Zero per ricominciare a correre a perdifiato nella Grande Ruota l'indomani. Però che sballo. Che divertimento, eh. Che ricordi ! Volete mettere ? Del malessere generale è sintomatico e stigmatizzante il rogo del Vecchio : insistito retaggio di un passato di miseria nel quale si odiava l'avaro anno appena trascorso e si poteva spendere solo la Speranza di un anno migliore. Che bruci tutto, l'anno passato, perché il discernere nel proprio malumore dissimulato da festa è azione troppo faticosa. Ci vuole un bel reset. Aggiungiamoci alcool a profusione, altro, e tanti botti : altro non è che una festa chicana senza i mariachi, con più petardi e meno sparatorie, ma è la stessa mentalità da Pueblo. Con compassione, io vi disprezzo. |
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{ ri-posto il mio ultimo status faccialibresco del 2019 }.
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