Testata

Sì, gli Oasis mi hanno sempre fatto cacare




Manifesto di Caina Mondo Zine [3], modificato.



Musica

di Marco Poli


Chi [1]?
Spazzatura bianca.
Spammata ovunque da Manchester, UK, ex-motore industriale e grande suburbia di Britannia.
Mediocri fracassoni e finti arrabbiati.
Paladini della working class coi milioni di sterline in banca, pagati dai proletari.
Negli anni '90, li percepii come il ronzare di una mosca entrata furtivamente nell'appartamento.
Noiosi.
Una scocciatura che dovevo per forza sopportare anche al bar dove lavorava un barista loro fan, che ogni giorno cantava a squarciagola il ritornello di una loro canzone del cazzo.
Cambiai bar.
Musicalmente banali, monotoni, totalmente irrilevanti nel corso evolutivo della musica.
La voce di Liam Gallagher indisponente come la cacca di piccione sul vestito fresco di lavanderia.
L'atteggiamento da bulli oltre il tempo limite, una superbia non motivata dai fatti.
Ah.
Sì.
Le vendite.
Questi burini inglesi hanno venduto decine di milioni di dischi, ma questa è la riprova, semmai ne avessimo avuto bisogno, che il Popolo è Massa cioè merda.

1.1

Aggiungo.
Ciclicamente, il sistema musicale devolve per aspettare e saziare gli ultimi, i bifolchi, gli incolti, le bestie subumane.
Accadde con il punk.
E' accaduto negli anni '90 con gli Oasis ed epigoni. Poi la merda detta ''rap'' ha saturato gli spazi. Sempre più giù.

...

Vado ad ascoltare la colonna sonora di ''Un Cœur en Hiver'' su cd, che è meglio.

2

Ho trovato un post di Caina Mondo Zine [2] ch'è perfettamente in sintonia con l'Odio che provo verso i Gallagher, e lo riproduco :


Gli Oasis mi hanno sempre fatto cacare.

Anni ’90. Da una parte si spegneva lentamente l’eco della wave, da un’altra esplodeva il grunge.
L’elettronica diventava più maneggevole, e nascevano nuovi mondi: industrial, trip hop, jungle.
Ovunque si sperimentava, si rischiava, si deragliava.
In Inghilterra invece, come intrappolati in un eterno presente si litigava tra Blur e Oasis.

Due band fondamentalmente passatiste, che suonavano qualcosa che già allora pareva archeologia: il brit pop.
Che poi, a ben vedere, i Blur erano gli unici davvero "brit pop": briosi, eccentrici, con quella vena sghemba e sperimentale che disco dopo disco si faceva sempre più evidente.
Gli Oasis no. Gli Oasis sapevano veramente di vecchio.
I Led Zeppelin sembravano i Residents a confronto.
I Rolling Stones apparivano duri come i Dead Kennedys.
I Pooh più sperimentali e oltraggiosi dei Whitehouse.

Gli Oasis? Chitarre elettriche suonate come acustiche. Assoli da primo anno di chitarra.
Giri armonici da spiaggia: Do maggiore, La minore, Fa maggiore, Sol maggiore… e via così, in loop, per quattro minuti buoni. E poi le canzoni seguenti tutte uguali. Un mistero. Un evento irrazional popolare.

Eppure, inspiegabilmente, piacevano.
A tanti. A troppi. Io cercavo di capire.
Ma quando chiedevo: “che musica ascolti?”
Mai una volta che qualcuno rispondesse: “Gli Oasis”.
Una specie di guilty pleasure collettivo, nascosto. Una vergogna inconfessabile, ma ampiamente condivisa.

Nel frattempo il mondo correva: glitch, drum’n’bass, IDM, Aphex Twin, Björk, NIN, Portishead…

E loro lì, fermi. Come i loro live: immobili, inespressivi, monocordi.
Concerti che sembravano prove in saletta tra amici.
Suonavano già spartani su disco, dal vivo diventavano quasi minimalismo esiziale.

Poi c’erano i litigi tra fratelli, che ci venivano venduti come se fossero veri, quindi punk.
Ma a chi fregava qualcosa? A me, zero.

Ed eccoci, trent’anni dopo.
Loro ancora lì.
Stadi pieni.
Prezzi astronomici.
E la stessa gente che una volta si vergognava, oggi si vanta: “Io c’ero! Gli Oasis sono un culto!”.

Provo ad abbozzare 2 ipotesi.

1. Gli Oasis sono la più semplice e banale espressione della musica alternativa. Che si può canticchiare anche senza mai avere ascoltato gli Swans o i Butthole Surfers.
Ti senti indie, ti senti ruok, ti senti punk. Anche se hai il SUV in leasing e la polo Ralph Lauren bianca. Poi torni a casa tranquillo, ma prima di addormentarti butti la spazzatura e dai le crocchette al cane.

2. Gli Oasis sono una siringa di eterna giovinezza, una The Substance per le orecchie. Non si iniettano, si ascoltano. E fanno sentire ancora ventenne anche l'ingegnere con la sciatica e il colesterolo alto.

A me gli Oasis fanno ancora cacare oggi come ieri.
E loro, con ammirevole coerenza, riprendono a suonare. E fatturare ancora più di ieri. Complimenti.

[3]


=

Note

[1] : ''Oasis: ecco come è andato il ritorno a Manchester dei fratelli Gallagher e la scaletta del concerto'', OndaRock, 12 luglio 2025, [ https://www.ondarock.it/news/oasis-machester-concerto-scaletta-reunion-tour-liam-noel-gallagher.htm ].
[2] : Caina Mondo Zine, blog, [ https://www.caina.it/ ];
FB : [ https://www.facebook.com/caina.it/ ];
IG : [ https://www.instagram.com/www_caina_it/ ];
X : [ https://x.com/caina_zine ];
YT : [ https://www.youtube.com/user/cainavideo ].
[3] : post, Caina Mondo Zine, Facebook, 14 luglio 2025, [ https://www.facebook.com/story.php?story_fbid=10237158956062945&id=1516245543 ].

===




---

{ prima pubblicazione del post su VK, il 15 luglio 2025 [4]; su FB : [5] }.

[ ... ]

Nessun commento:

Posta un commento