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C'è una quarta ragazza al guinzaglio ( il contratto che la lega a Facebook Inc. ) nella vicenda della prigionia di Cleveland.
Nina Samoylicz è la deliziosa teenager nella foto riprodotta sul Mail On-line [ 21 ] e altri siti d'informazione, una dei vicini di casa di Ariel Castro che avevano chiamato la Polizia, dopo avere visto alcune ragazze a quattrozampe nel cortile dell'aguzzino.
La giovane ha una sua pagina su Facebook [ 22 ] che gestisce in modalità abbastanza riservata : pochi amici ( 61 nel momento in cui scrivo ), pochi fatti lasciati in chiaro agli utenti non amici. Una sola foto per il profilo ( avatar ) e nessun'altra negli album.
Se ha settato la privacy nella modalità più chiusa e/o ha cancellato il materiale precedentemente caricato nel database faccialibresco, la società di Menlo Park ha venduto la foto qua sopra ai mass-media, perchè questa è una delle entrate cash di Zuckerberg e soci, assieme ai pacchetti di dati sugli utenti, al posizionamento ( spot ) delle pagine commerciali e ai game implementati sulla piattaforma [ 23 ].
E' bene sapere che quando ci si iscrive a faccialibro ( slang all'amatriciana ), spuntando il checkbox della presa visione del contratto si accetta anche la clausola per la quale la società che gestisce il servizio acquisisce il diritto di riproduzione del materiale personale caricato dall'utente ... com'è stigmatizzato dal simbolo del copyright apposto sulla foto, anche se diverse volte ( ho notato sulla stampa italiana ) viene omesso per celare l'evidenza sfacciata del traffico lucroso della pelle digitale. ... del fatto che i contenuti che carichiamo spontaneamente sui social net hanno un immediato valore di mercato e un andamento che dipende dai meriti e/o dalle cazzate che facciamo nella vita materiale.
( nulla viene dato a gratis ).
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Anche Ariel Castro ha una pagina su faccialibro ( aperta il 18 febbraio ) [ 24 ] in cui colpisce l'ultimo status :
“I miracoli possono accadere, Dio è buono” ( 3 maggio ).
( continua )
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